Le donne che fanno ricorso alla pillola abortiva in Alabama potranno essere perseguite penalmente. Lo ha affermato il procuratore generale che ha approvato, dopo l’abolizione del diritto costituzionale all’aborto da parte della Corte Suprema, una legge che mette praticamente al bando l’interruzione di gravidanza. Questa legge prevede azioni penali solo nei confronti di chi pratica l’aborto e non delle donne che ne fanno ricorso.
Però ora l’attorney generale Steve Marshall sostiene che, nel caso di utilizzo di pillole abortive, le donne possono essere incriminate sulla base di un’altra legge tesa a proteggere i minori da intossicazioni chimiche, inserita nel novero delle leggi “confermate dalla Corte Suprema dell’Alabama per proteggere i bambini ancora non nati”. Approvata nel 2006 per proteggere i bambini dai rischi dei laboratori casalinghi di metanfetamina, la legge è stata usata in questi anni contro le donne che hanno assunto droga durante la gravidanza. In questo modo lo Stato conservatore intende rispondere all’azione del dipartimento di Giustizia democratico che ha stabilito che è legale inviare attraverso il servizio postale pillole abortive in Stati dove l’aborto è stato vietato.
Nel parere legale si afferma infatti che questi farmaci – a base di mifepristone e misoprostolo – possono essere usati per diverse patologie, e quindi la legge federale autorizza il loro invio dal momento che non si può determinare l’utilizzo che verrà fatto. La mossa del dipartimento di Giustizia è arrivata dopo che nei giorni scorsi la Food and Drug Administration ha autorizzato le farmacie ad inviare la pillola abortiva direttamente alle donne negli Stati dove la procedura è legale. Ma secondo Marshall questo non dovrebbe avere nessun impatto in Alabama dove “l’aborto volontario, anche con le pillole, è illegale”. “La direttiva del dipartimento di Giustizia non cambia nulla – ha aggiunto il procuratore repubblicano – chiunque si azzardi a prescrive pillole abortive in Alabama lo fa a suo rischio e pericolo: io applicherò con forza la legge dell’Alabama per proteggere la vita dei non nati”.