Lo scorso 27 dicembre il magazziniere Rick Jacobs, 61 anni, ha avuto un infarto ed è morto mentre era sul posto di lavoro, nello stabilimento di Amazon a Colorado Springs. Ma la “macchina” non si può fermare e quindi i responsabili del turno hanno circondato il corpo con scatoloni e proseguito le operazioni come se nulla fosse accaduto. Questo è quello che hanno raccontato alcuni colleghi della vittima, costernati per il comportamento dell’azienda. Dal canto suo Amazon ha negato che le scatole fossero utilizzate per isolare l’area spiegando che i responsabili si sono adoperati per fare in modo che nessuno si avvicinasse al corpo. I lavoratori che sono giunti nel magazzino per il turno successivo affermano però di non essere stati avvisati di nulla e che il lavoro è continuato regolarmente mentre in azienda si attendeva l’arrivo del medico legale.
“A nessuno avrebbe dovuto essere detto di lavorare a fianco di un cadavere, in particolare dopo averlo visto. Il turno diurno arriva alle 7 e non siamo mai stati informati finché non siamo arrivati sul posto. Nessun avviso prima di entrare nell’edificio. Nessun consulente in loco. Semplicemente un volantino pubblicato giorni dopo che ci informava su come ricevere consulenza sulla salute mentale” ha detto un dipendente Amazon secondo quanto riporta il quotidiano The Guardian. Un portavoce di Amazon ha smentito questa ricostruzione sottolineando come il gruppo abbia seguito le procedure legali per queste situazioni. I dipendenti sono stati informati ufficialmente dell’accaduto solo una settimana dopo che si era verificato l’incidente. Negli ultimi anni sono stati segnalati diversi decessi di lavoratori in Amazon (che impiega a livello globale una forza lavoro di oltre 1,5 milioni di persone), inclusi tre casi nel New Jersey e uno in Pennsylvania la scorsa estate. Pochi giorni fa il gruppo ha confermato un piano di tagli al personale che riguarderà 18mila dipendenti.