In Brasile è in corso la caccia ai responsabili dell’assalto del 9 gennaio a Praça dos Três Poderes. E dopo gli ordini d’arresto per un ex ministro, centinaia di persone fermate e l’ex presidente Jair Bolsonaro che, dimesso dall’ospedale in Florida dove si trovava ricoverato, dichiara che rientrerà in Brasile entro fine gennaio, ecco che il segretario esecutivo del ministero della Giustizia brasiliano, Ricardo Cappelli, ha esonerato tutti i vertici delle forze di sicurezza di Brasilia, accusati di comportamento omissivo.
Tra i congedati ci sono il comandante della Truppa d’assalto, il maggiore Gustavo Cunha, il capo del dipartimento delle operazioni, colonnello Eduardo Naime, il segretario esecutivo e commissario della polizia federale, Fernando Souza Oliveira, e Marília Ferreira de Alencar, sottosegretaria all’Intelligence. Cappelli, nominato dal presidente Luiz Inacio Lula da Silva commissario per l’intervento federale nel distretto di Brasilia, ha anche licenziato il colonnello Fábio Augusto Vieira, ex comandante generale della polizia militare, che si trova attualmente in carcere.
Nella mattinata di mercoledì, il giudice della Corte Alexandre de Moraes ha ordinato l’arresto dell’ex ministro della Giustizia di Bolsonaro, Anderson Torres, che aveva assunto il comando del ministero della Pubblica sicurezza del Distretto federale di Brasilia il 2 gennaio, per poi partire per gli Stati Uniti cinque giorni dopo. De Moraes, viste le notizie che parlano di piani per nuove manifestazioni, ha anche proibito l’occupazione e il blocco di strade o autostrade, nonché qualsiasi manifestazione organizzata davanti agli edifici pubblici. In caso di violazione dei divieti, è prevista una sanzione di 20mila reais alle persone fisiche e di 100mila reais alle persone giuridiche. “Assolutamente niente giustifica l’esistenza di accampamenti pieni di terroristi, sponsorizzati da vari finanziatori e con la compiacenza delle autorità civili e militari in totale sovversione del necessario rispetto della Costituzione federale – ha scritto Moraes – E assolutamente niente giustifica l’omissione e la connivenza delle autorità locali con i criminali che, in precedenza, annunciavano che avrebbero commesso atti violenti contro i Poteri costituiti, come viene ora riproposto in un nuovo susseguirsi di post nei gruppi dell’applicazione digitale Telegram”.
La polizia federale brasiliana ha arrestato anche Ana Priscila Azevedo, considerata una degli organizzatori dell’attacco alle sedi istituzionali di Brasilia e che appare in diversi video pubblicati sui social mentre incita i rivoltosi a “prendere il potere”. La donna è finita in manette a Luziania e poi trasferita a Brasilia. Nei giorni precedenti all’assalto, Azevedo sui social aveva lanciato appelli ad “assediare” le sedi delle istituzioni parlando di “carovane arrivate da tutto il Brasile per far cadere Babilonia”.
Da parte sua, il presidente Lula dice di voler “pensare a qualcosa di minore del golpe, che sia stata opera di un gruppo di squilibrati. Sono atti di una minoranza che continua a credere nella menzogna di brogli alle elezioni e che non vuole accettare il fatto che la nostra urna elettronica è la più perfetta al mondo. Avrei voluto evitare l’intervento federale, ma questa gente non vuole dialogare”, ha concluso.
Intanto, l’ex presidente è stato dimesso dall’ospedale di Orlando, dove si trovava per problemi intestinali (nel corso della campagna presidenziale del 2018 era infatti rimasto vittima di un grave attentato a colpi di coltello). “Questo è già il mio terzo ricovero per grave occlusione intestinale. Sono venuto a stare con la mia famiglia, ma non ho avuto giornate tranquille, prima c’è stato questo spiacevole episodio (l’assalto di domenica), e poi il mio ricovero”, ha dichiarato. Parlando del suo rientro in patria previsto per fine mesi, l’ex presidente ha sottolineato che i medici conoscono i suoi problemi di salute conseguenti all’accoltellamento subito quattro anni fa.
Le responsabilità di Torres – Nonostante i suoi doveri evidenti come massimo responsabile della Pubblica sicurezza nel distretto federale di Brasilia, scrive il portale di notizie Uol, Torres non era nella capitale domenica quando i bolsonaristi hanno attaccato gli edifici del Parlamento, del governo e della Corte suprema. Considerato molto vicino all’ex presidente, quando ricoprì per la prima volta la carica di ministro della Sicurezza del Distretto di Brasilia, fu chiamato alla guida del ministero della Sicurezza del governo nazionale. Una volta terminato il mandato del presidente uscente per la vittoria di Luiz Inacio Lula da Silva, Torres aveva recuperato il suo vecchio incarico a Brasilia. Secondo le informazioni circolate, Torres dovrebbe ritornare in Brasile entro la fine del mese e in quella circostanza la polizia federale dovrà materializzare il suo arresto ordinato dalla Corte suprema. Oltre all’arresto di Torres, la Corte suprema ha anche ordinato l’arresto dell’ex comandante della Polizia militare del Distretto federale di Brasilia, Fabio Augusto Vieira. Era lui, riporta sempre il portale di notizie Uol, che aveva il comando del corpo domenica quando i bolsonaristi hanno attaccato. Nelle convulse ore che sono seguite, Viera era stato rimosso dal suo incarico dal responsabile dell’intervento federale nella capitale, Ricardo Cappelli, secondo cui la “manifestazione golpista” promossa dai militanti bolsonaristi è stata possibile grazie a una “operazione di sabotaggio” nelle forze di sicurezza locali. E il loro massimo responsabile era proprio Torres. Intanto governo nazionale, esponenti della polizia federale e membri della magistratura hanno attribuito al primo ministro del distretto federale Ibaneis Rocha la responsabilità dell’invasione della piazza dei Tre Poteri.