L’incontro alla presenza di rappresentanti del ministero della Salute, di Aifa e della filiera farmaceutica produttiva e della distribuzione. Il tavolo, istituito con decreto ministeriale, sarà allargato anche ai Nas e ai medici di medicina generale. La ripresa della pandemia, competizione mondiale sul packaging e il conflitto scatenato dalla Russia: così è andato in tilt il meccanismo di rifornimento
Un tavolo di lavoro permanente sull’approvvigionamento dei farmaci per definire la reale entità del fenomeno e indicare proposte risolutive. Lo ha creato il ministero della Salute coinvolgendo Aifa, filiera farmaceutica produttiva e distributiva e coinvolgendo anche i Nas e i medici di medicina generale. Il tavolo, istituito con decreto dal ministro Orazio Schillaci, dovrà occuparsi dell’individuazione dei farmaci che registrano una reale carenza, nonché fornire interventi di risposta a breve e medio termine per “far fronte tempestivamente ai bisogni dei cittadini e la definizione di attività di comunicazione e sensibilizzazione al fine di evitare allarmismi e conseguenti ingiustificate corse all’acquisto”.
Da molte settimane si segnalano, tra risalita dei casi di Covid e boom dell’influenza stagionale, vari tipi di medicinali comuni sono diventati di difficile reperimento. Dagli antibiotici agli antipiretici come ibuprofene e paracetamolo, ma anche antiepilettici, antipertensivi e antitumorali, sono finiti nella lista del bollettino dell’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco) che riporta la carenza di oltre tremila farmaci, di cui 554 per problemi produttivi o distributivi, elevata richiesta, discontinuità nella forniture o ridotta disponibilità.
Nella lista compaiono tutti i più comuni farmaci da banco antinfluenzali: Tachipirina, Efferalgan, Tachifludec, Neoborocillina. Ma anche l’amoxicillina (un antibiotico generico) preparati fondamentali per le cure di malattie croniche (ad esempio il Levodopa) e per i pazienti oncologici (lo Zofran). O il Ventolin, fondamentale per chi soffre d’asma. Una situazione frutto di una combinazione eccezionale di fattori, che ha portato – aveva spiegato la scorsa settimana al Messaggero il segretario nazionale di Federfarma Roberto Tobia – a una carenza persino “più alta, anche se leggermente, che nel periodo più buio della pandemia”.
L’emergenza è mondiale e non solo italiana e tra le tante le cause, vi è “anche l’epidemia di Covid in Cina”, ma “con l’aiuto del farmacista una molecola alternativa si può trovare”. Quindi “è importante che i cittadini non facciano corse all’accaparramento di scorte”, ha spiegato il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi), Andrea Mandelli, presente al tavolo. La Cina, spiega, insieme all’India, “è produttore principale di principi attivi e in questo momento è in difficoltà per il Covid, con la necessità di tenere aperte le linee produttive mentre i casi crescono fortemente e con un aumento di richiesta interna di farmaci”. La guerra in Ucraina, invece, aggiunge Fofi, “sta portando a un aumento dei costi dell’energia e dei carburanti”.
C’è poi, spiega ancora, una “competizione mondiale all’approvvigionamento di materie necessarie per il packaging dei farmaci come plastica, vetro e alluminio”. A questo si aggiunge il fatto, prosegue Mandelli, “che la sovrapposizione di infezioni Covid e di influenza ha portato a grande assorbimento di antinfiammatori, mandando in tilt il meccanismo di rifornimento”. “Ben venga quindi – sottolinea – il tavolo convocato dal ministro per affrontare quella che abbiamo definito come una ‘tempesta perfetta’”. Ma, conclude, “dobbiamo anche spiegare agli italiani che bisogna fidarsi del farmacista, che saprà dare alternative adatte al farmaco mancante. E soprattutto bisogna evitare di fare scorte accaparrando farmaci da tenere in casa, togliendoli così a chi in questo momento ne ha bisogno. Serve una collaborazione virtuosa”.