Un altro passo avanti verso l’obiettivo di ‘ridurre’ in pillole il farmaco dell’insulina, il più utilizzato al mondo contro il diabete. Il risultato, se raggiunto, potrebbe migliorare la vita dei milioni di pazienti. Secondo l’International Diabetes Federation sono 537 milioni i diabetici, circa un adulto su dieci a convivere con la malattia. Per molti di questi, l’insulina è un farmaco salvavita. I pazienti con diabete hanno difficoltà a regolare i loro livelli di glucosio nel sangue perché producono poca o nessuna insulina. A differenza di molti altri medicinali, tuttavia, l’insulina non può essere facilmente erogata ingerendo una pillola: deve essere iniettata sotto la pelle con una siringa. Le persone affette da diabete spesso assumono insulina più volte al giorno; quindi, le iniezioni frequenti possono essere dolorose e, di conseguenza, alcuni non assumono la dose raccomandata nei tempi corretti.

La nuova possibilità di assumere il farmaco in pillole è stata esplorata da un team di ricercatori del Niagara University di New York negli USA che la hanno annunciata al meeting annuale dell’American Chemical Society a Philadelphia. Lo studio è stato effettuato sui topi in laboratorio, utilizzando una compressa per via orale alimentata da micromotori chimici. I ricercatori hanno coperto microparticelle di magnesio con uno strato di una soluzione contenente insulina e uno strato di liposomi. Hanno quindi mescolato queste particelle con bicarbonato di sodio, le hanno pressate in mini-compresse lunghe circa 3 mm e poi ricoperte con una soluzione di amido esterificato. L’amido proteggeva le compresse dall’acido dello stomaco, permettendo loro di raggiungere intatte il colon. Quando si scomponevano, le microparticelle di magnesio reagivano con l’acqua per generare un flusso di bolle di idrogeno gassoso, che fungevano da micromotori che spingevano l’insulina verso il rivestimento del colon per essere assorbita. Il team ha testato le sue mini-compresse sui ratti e ha scoperto che potevano ridurre significativamente i livelli di glucosio nel sangue degli animali per oltre cinque ore. Ulteriori studi sono necessari per dimostrare che la pillola può mantenere un livello di glucosio basso quasi quanto l’insulina somministrata per iniezione.

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Lella Simone

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