Fu proprio durante la riunione di quella sottocommissione, il 14 novembre, che secondo gli inquirenti Panzeri e i suoi "amici" all'interno del Parlamento Ue pianificarono l'intervento del ministro qatariota e le domande che gli avrebbero dovuto fare alcuni parlamentari. "Non sono coinvolta in alcun modo in questa vicenda. Ma, alla luce degli attacchi politici e mediatici delle ultime settimane, ho deciso di dimettermi da presidente", ha scritto Arena in una nota
Mentre le indagini sulle presunte mazzette di Qatar e Marocco in Unione europea vanno avanti e il Parlamento di Strasburgo presenta le sue proposte per una maggiore trasparenza delle istituzioni che contrasti l’ingerenza di Paesi terzi e centri di potere, a Bruxelles continuano a dimettersi i personaggi toccati dall’inchiesta della Procura federale guidata dal giudice Michel Claise. L’eurodeputata socialista Maria Arena ha lasciato la sua poltrona da presidente della sottocommissione per i Diritti Umani (Droi) dell’Eurocamera, come ha annunciato in una lettera alla presidente del gruppo dei Socialisti Iratxe Garcia Perez. “Dico a gran voce che non sono coinvolta in alcun modo in questa vicenda. Ma, alla luce degli attacchi politici e mediatici delle ultime settimane, che danneggiano non solo la mia immagine ma anche tutto il lavoro svolto nella sottocommissione, ho deciso di dimettermi da presidente”, ha scritto nella missiva.
La sottocommissione è finita al centro delle indagini e delle polemiche per diversi motivi. A presiederla, prima di Arena, era stato proprio colui che è considerato dagli investigatori il grande macchinatore della rete di corruzione in seno al Parlamento Ue, l’ex eurodeputato di Articolo 1, Antonio Panzeri. Ed è proprio dai banchi della sottocommissione che prese la parola, il 14 novembre scorso, il ministro del Lavoro del Qatar, Ali Bin Samikh Al Marri, per esporre i “progressi” compiuti dal suo Paese in special modo sui diritti dei lavoratori. Una seduta, quella, che secondo quanto raccolto dagli inquirenti era stata pianificata a tavolino proprio da Panzeri e dal suo ex assistente, Francesco Giorgi, con l’aiuto di alcuni europarlamentari amici. Il loro intervento e quello del membro del governo di Doha, sostengono, vennero pianificati a tavolino. A presiedere quella seduta c’era proprio Arena, alla quale la polizia ha perquisito gli uffici degli assistenti e con la quale Panzeri in persona si complimenterà poche ore dopo l’appuntamento del 14 novembre, ringraziandola per il suo intervento e dicendole che anche il ministro era soddisfatto.
Intanto, la Procura federale va avanti e ad essere sentito, nella giornata di mercoledì, è stato Alexandros Kaili, il padre dell’ex vicepresidente del Parlamento e compagna di Giorgi, Eva Kaili, sorpreso dalle autorità mentre portava fuori da un albergo della capitale belga un trolley con 600mila euro in contanti. L’uomo, che a differenza della figlia è libero, è stato ascoltato nello stesso giorno, ma in momenti separati, della compagna e dell’ex vicepresidente, come comunicato dall’avvocato della politica ellenica Mihalis Dimitrakopoulos. Non è stato invece convocato Giorgi, detenuto nella prigione di Saint-Gilles.