“Io non ho promesso in questa campagna elettorale che avrei tagliato le accise sulla benzina banalmente perché sapevo quale era la situazione di fronte alla quale mi sarei trovata”. E’ così che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si difende, con un video sui social. La premier risponde così alle polemiche sollevate sia dai partiti di opposizione sia rimbalzate sui social per il filmato – ormai noto – in cui nel 2019 la premier (da “semplice” leader di Fratelli d’Italia) attaccava proprio le accise. Il problema è che magari Meloni non ha mai usato questo argomento nell’ultima campagna che ha portato alle elezioni del 25 settembre, ma il taglio delle accise era nel programma elettorale del suo partito.
Nel video di oggi, nella ormai consueta “Agenda di Giorgia“, la presidente del Consiglio scandisce: “Gira da più parti un video del 2019 nel quale io facendo benzina con la mia auto parlavo della necessità di tagliare le accise sulla benzina e naturalmente non avendo il governo deciso di cambiare la norma del precedente governo che prevedeva che il taglio delle accise sarebbe terminato alla fine di quest’anno si è detto ‘la Meloni è incoerente’ perché in campagna elettorale vi promette alcune cose e poi al governo ne fa altre. Ora siccome io sono una persona abbastanza seria non è un caso che quel video sia del 2019 e non di quest’ultima campagna elettorale”. Il problema però è che al punto 17 del programma di Fdi (consultabile online) si legge che tra gli obiettivi del partito c’è anche la “sterilizzazione delle entrate dello Stato da imposte su energia e carburanti e automatica riduzione di Iva e accise“.
E’ su questo inevitabilmente che si punta l’obiezione del capogruppo M5s alla Camera Francesco Silvestri: “È incredibile – dice – che Giorgia Meloni dica di non avere mai promesso il taglio delle accise in campagna elettorale” ricordando appunto quel passaggio del programma del partito. “Ora si rimangia tutto, incrocia le dita e spera in una sorta di amnesia collettiva” conclude Silvestri. “Questo esecutivo continua a rinnegare sé stesso – continua il capogruppo dei 5 Stelle – ed è ormai vittima di un trasformismo che sta assumendo forme e contenuti ridicoli. Dopo le inversioni a U sul Mes, sulle trivelle e su tante altre cose, ora arriva anche quella sulla benzina con cui hanno ingannato milioni di elettori. Il governo è ormai nel caos, l’unica memoria che gli resta è per i favori ai colletti bianchi, gli evasori e i corrotti”.
In un ulteriore commento su facebook, alcune ore più tardi, la premier ha risposto all’opposizione, spiegando così quel passaggio del programma: “Significa che se hai maggiori entrate dall’aumento dei prezzi del carburante le utilizzi per abbassare le tasse. Ma noi non avevamo maggiori entrate, ovviamente. Quindi si tratta di un impegno molto diverso dal ‘taglieremo le accise’. Obiettivo che continuiamo a condividere e sul quale lavoreremo, ma impegno che nell’attuale contesto non potevamo prenderci“.