Si è tuffato nel Brenta per sfuggire a un controllo di polizia ed è morto annegato a Padova. L’uomo, un cittadino nordafricano, aveva aggredito un agente. Il corpo è stato recuperato questa mattina dai vigili del fuoco che ieri avevano perlustrato il fiume con i sommozzatori. Tutto è iniziato quando una volante del commissariato Stanga, in un servizio di prevenzione, aveva deciso di controllare quattro stranieri che lungo una strada che corre parallela all’argine del fiume Brenta. Alla vista degli agenti, due stranieri erano fuggiti, mentre gli altri due erano stati stati bloccati. Nel frangente, uno dei due ha reagito violentemente, aggredendo e ferendo un agente, riuscendo così a divincolarsi e a tuffarsi nel fiume. La seconda persona che era sotto controllo ne ha approfittato per scappare.

Si vede benissimo che lo stavano picchiando” ha sostenuto un’amica dell’uomo. In una dichiarazione alle televisioni locali, sul luogo del ritrovamento del cadavere, la giovane, ha detto che l’uomo aveva fatto una videochiamata durante il controllo degli agenti, e “nella videochiamata si vede che lo hanno picchiato. Adesso vedremo come muoverci, perché non è giusto”. La questura di Padova smentisce la ricostruzione dei fatti: “Le dichiarazioni non trovano alcun riscontro. Ad ogni buon conto ogni approfondimento investigativo sulla vicenda sarà valutato dall’autorità giudiziaria”. Una fonte della questura rimarca inoltre che “i fatti sono corroborati dalla testimonianza di terzi che non fanno parte della polizia”. Gli investigatori quindi attendono l’esito degli accertamenti che disporrà la Procura “per poi agire con una denuncia contro chi ha fatto tali affermazioni”. La questura, già ieri, aveva evidenziato che lo straniero si era opposto al controllo e, a differenza delle altre tre persone che stavano con lui, aveva fato resistenza, reagendo e ferendo un agente che era stato poi medicato dal personale del 118.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Successivo

Omicidio Paolo Stasi, “il 19enne ucciso custodiva droga in casa”: svolta nell’inchiesta

next