A pubblicare l'informazione è la rivista Foreign Policy, secondo cui Ankara avrebbe inviato a Kiev l'arma potente e controversa dell’epoca della Guerra fredda per distruggere i carri armati russi. Peskov: "Difficile valutare la credibilità dei report. La Turchia ha degli obblighi come membro della Nato. Allo stesso tempo, abbiamo una partnership con Ankara"
Da mesi la Turchia di Erdogan si propone come mediatore tra Mosca e Kiev per la risoluzione del conflitto ucraino. Ha più volte sollecitato – e ottenuto – il rinnovo dell’accordo del grano, dal quale dipendeva lo sblocco delle esportazioni di materie prime dall’Ucraina, chiesto a Putin nei giorni scorsi un cessate il fuoco “unilaterale” e assicurato a Zelensky di essere “pronta a partecipare all’attuazione della nostra formula di pace”. E ieri ha ospitato ad Ankara l’incontro tra i funzionari ucraini e russi per i diritti umani, Dmytro Lubinets e Tatyana Moskalkova, per discutere “un’ampia gamma di questioni umanitarie e dell’assistenza ai cittadini di entrambi i Paesi”, mentre oggi promuove un altro incontro trilaterale dei difensori civici di Turchia, Russia e Ucraina e conta sull’apertura di un corridoio umanitario per aiutare bambini, donne e feriti colpiti dalla crisi in Ucraina.
Ma, allo stesso tempo, funzionari Usa ed europei hanno dichiarato a Foreign Policy che la Turchia ha iniziato a inviare all’Ucraina una forma di bomba a grappolo progettata dagli Stati Uniti, arma potente e controversa dell’epoca della Guerra fredda per distruggere i carri armati russi. Una notizia rimbalzata a Mosca, che resta però scettica sulla veridicità dell’informazione, pur dichiarando di tenere alta l’attenzione. “Difficile valutare la credibilità dei report sulla consegna di munizioni a grappolo all’Ucraina da parte della Turchia”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in un briefing con la stampa, come riporta Interfax. “Come sapete, ci sono più falsi che credibili e autentici report. In effetti, stiamo monitorando attentamente tutto questo”, ha detto Peskov. “La consegna di droni Bayraktar all’Ucraina dalla Turchia, insieme a munizioni Bayraktar, è una questione di dominio pubblico”, ha detto. “La Turchia ha degli obblighi come membro della Nato, così come delle relazioni bilaterali. Lo sappiamo anche noi. Ma, allo stesso tempo, abbiamo una partnership con la Turchia, che si basa sul mutuo beneficio, sulla comprensione reciproca, sul rispetto e sulla disponibilità reciproca a discutere i problemi più difficili”, ha detto Peskov.
Le bombe a grappolo inviate dalla Turchia – Le armi sono progettate per esplodere in submunizioni più piccole, possono rimanere sul campo per anni se non esplodono subito. La legge vieta agli Usa di esportarle. “Dopo che gli Usa hanno negato a Kiev l’accesso a queste munizioni, solo la Turchia poteva fornirle. Questo dimostra che Ankara è un importante sostenitore militare dell’Ucraina“, hanno spiegato le fonti. La mossa, che la Turchia ha cercato di tenere nascosta per mesi, mette in evidenza il ruolo di protagonista che Ankara ha svolto durante tutto il conflitto, scrive Foreign Policy: “Sostenere l’Ucraina con i droni armati Bayraktar TB2 che hanno contribuito a interrompere l’avanzata della Russia su Kiev e fare da intermediario diplomatico per l’accordo negoziato dalle Nazioni Unite per l’esportazione di grano dal porto ucraino di Odessa“. Al momento non è ancora chiaro se queste armi di superficie turche siano già state utilizzate in combattimento e né l’ambasciata turca a Washington né il ministero della Difesa ucraino hanno commentato la notizia. Sebbene la Turchia non abbia condiviso informazioni sulle quantità di munizioni a grappolo presenti nelle sue scorte, la Mechanical and Chemical Industry Corporation, con sede ad Ankara, ha prodotto in passato un proiettile d’artiglieria a lungo raggio che può essere sparato da cannoni da 155 millimetri con submunizioni Dpicm autodistruggenti, nonché proiettili simili su licenza degli Stati Uniti. Roketsan, un altro importante produttore di armi turco, ha prodotto in passato razzi TRK-122 per sistemi di artiglieria da 122 millimetri, anch’essi in grado di diffondere submunizioni Dpicm. Slovacchia, Cile e Stati Uniti hanno trasferito munizioni a grappolo alla Turchia in passato.