Tre giorni. Dovrà avvenire tutto in soli tre giorni, anche nello sport, così come accade per i reati da codice rosso. A pensarci bene, al netto della cronaca, ha qualcosa di speciale il protocollo di intesa tra Procura di Milano e Coni.

Per una volta la giustizia ordinaria italiana è più veloce dello sport che ora non potrà più non sapere di eventuali abusi o maltrattamenti praticati e subìti da suoi tesserati.

Altra particolarità della mattinata è che i massimi vertici istituzionali dello sport italiano hanno lasciato Roma per firmare il documento a Milano, città nella quale è nato grazie all’idea di Daniela Simonetti dell’associazione “Change the game”.

Il Procuratore della Repubblica Marcello Viola vuole realmente che si guardi e agisca – oltre a tutto il resto – anche nella direzione dei soggetti “vulnerabili, senza alcuna distinzione” sottolinea facendo riferimento, in particolare, all’attività svolta dal V dipartimento guidato dal Procuratore aggiunto Maria Letizia Mannella che nell’incontro ha peraltro aggiunto come questo strumento valga sia “per chi potrebbe aver subìto, ma anche per chi ha diritto di difendersi dalle accuse”.

In un mondo fortemente competitivo come lo sport bisogna evitare che eventuali menzogne diventino verità che potrebbero distruggere chiunque.

Insomma giustizia ordinaria e sportiva, a Milano: due facce di una stessa medaglia per un protocollo di “equilibrio”: questo sconosciuto, di questi tempi.

e.reguitti@ilfattoquotidiano.it

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