È morto giovedì 12 gennaio a Palermo Biagio Conte, 59 anni, missionario laico protagonista di numerose battaglie in difesa dei poveri e degli indigenti a Palermo dove nel 1993 aveva fondato la Missione Speranza e Carità. Da tempo era gravemente malato. Attorno a lui si sono stretti fino all’ultimo i volontari e gli ospiti della comunità che aveva fondato. Il presidente Sergio Mattarella ha espresso il suo “profondo dolore” per la scomparsa di colui che ha definito “punto di riferimento, non soltanto a Palermo, per chi crede nei valori della solidarietà e della dignità della persona, che ha testimoniato concretamente, in maniera coinvolgente ed eroica”. “Il rimpianto e la riconoscenza nei confronti di Biagio Conte”, ha scritto in una nota, “vanno espressi consolidando e sviluppando anche in futuro le sue iniziative affinché il ricordo della sua figura sia concreto e reale, così come è stato il suo esempio”.
Figlio di imprenditori edili, a tre anni Conte viene portato in Svizzera in un collegio di suore, ritornando a Palermo a 9 anni per poi trascorrerne quattro nel collegio di San Martino delle Scale per quattro anni. A 16 anni abbandona la scuola e inizia precocemente a lavorare nell’impresa edile della sua famiglia, ma in seguito a una profonda crisi spirituale decide di allontanarsi dalla famiglia nel 1983, andando a vivere a Firenze. Nel maggio 1990 la scelta di vivere come eremita, ritirandosi nelle montagne dell’entroterra siciliano e successivamente facendo un viaggio interamente a piedi verso la città di Assisi. Il viaggio è stato reso noto alle cronache per gli appelli della famiglia d’origine alla trasmissione Rai Chi l’ha visto?, dove Biagio risponde in diretta informando del suo cammino verso Assisi.
Torna quindi a Palermo per salutare i familiari, con l’intenzione di trasferirsi in Africa come missionario, ma lo stato di miseria in cui ritrova la sua città lo porta a cambiare idea. In un primo momento è attivo nel portare conforto ai senzatetto della Stazione di Palermo Centrale, per i quali si batte attraverso diverse proteste ed un digiuno, grazie al quale ottiene l’utilizzo di alcuni locali in via Archirafi, all’interno dei quali fonda nel 1993 la “Missione di Speranza e Carità” che oggi accoglie più di un centinaio di persone.
Il 16 gennaio 2014, da anni costretto su una sedia a rotelle a causa di vertebre schiacciate a seguito delle spossanti fatiche cui si è sottoposto nella Missione, riprende a camminare dopo un’immersione nelle acque di Lourdes. Nel 2018, dopo la morte di alcuni senzatetto nelle strade di Palermo, in segno di protesta contro la povertà decide di dormire in strada, sotto i portici del Palazzo delle Poste centrali, iniziando uno sciopero della fame durato dieci giorni; in seguito la Regione finanzia l’ampliamento della struttura di via Decollati.
Anche in questi ultimi giorni, pur gravemente malato, Frà Biagio era tornato a lanciare appelli alle istituzioni per aiutare la missione che aveva fondato nel pagamento delle bollette e delle spese necessarie per garantire l’assistenza agli indigenti. Sulla figura del missionario laico è stato girato anche un film intitolato “Biagio”, dal regista palermitano Pasquale Scimeca.
Per il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, la sua morte “lascia un vuoto incolmabile a Palermo. Anche nelle ultime ore più drammatiche tutta la città si è stretta attorno a fratel Biagio, a testimonianza del valore dell’eredità umana che oggi ci lascia e che non dobbiamo disperdere”. “Ha lasciato a tutti noi una grande lezione di umanità, di altruismo”, aggiunge il segretario generale Cisl Palermo Trapani, Leonardo La Piana, “di rispetto per tutti e, soprattutto, di impegno per la collettività, sempre dalla parte degli ultimi, di tutte le persone senza alcuna distinzione di sesso, razza, religione”.