Dopo uno scontro interno durato giorni e una direzione del partito più volte rinviata, il Pd ha evitato in extremis di spaccarsi in vista del Congresso, raggiungendo a fatica un compromesso sul regolamento per le primarie, che si terranno il 26 febbraio dalle 8 alle 20. L’area Schlein spingeva per allargare la partecipazione con il voto online, nonostante la contrarietà di Stefano Bonaccini e Paola De Micheli, e alla fine questa modalità sarà permessa soltanto in alcuni casi specifici: chi vive all’estero, i disabili e malati che “autocertifichino tali condizioni”, infine persone “residenti in località la cui distanza dai seggi renda particolarmente difficoltoso l’esercizio del voto”. Ora chi vorrà votare per via telematica “dovrà registrarsi entro il 12 febbraio sull’apposita piattaforma e identificarsi attraverso un documento di riconoscimento o lo Spid”, si legge nel regolamento approvato.
Dividersi sulle regole sarebbe stato assurdo, l’unità del partito viene prima di tutto, così come un Congresso che ora parli di contenuti”, ha spiegato il sindaco di Firenze, Dario Nardella, coordinatore del comitato Bonaccini. Mentre Francesco Boccia, che coordina la campagna della principale rivale, Elly Schlein, si è difeso: “Dibattito autoreferenziale? Quando decide uno non c’è bisogno di regole, ma quando si è in tanti, servono norme condivise. Ora da domani inizia la campagna elettorale, sono certo che il Pd ne uscirà più largo e unito”.
La scelta di aprire parzialmente al voto online, invece, non ha convinto l’altra candidata Paola De Micheli, che non ha partecipato al voto: “Una forzatura nel metodo e nel merito. È un atteggiamento poco chiaro e un segnale di debolezza, mentre la chiarezza è un valore”, ha attaccato. Alla fine il regolamento è stato comunque approvato con un un voto contrario e 9 astenuti, tra i quali anche Enza Bruno Bossio e Lia Quartapelle.
Nel suo intervento lo stesso segretario uscente Enrico Letta aveva ammonito il partito, bollando come ‘cacofonico’ il dibattito delle ultime ore al Nazareno: “Ora ci confrontiamo su temi e questioni di contenuto che interessano gli italiani, ci siamo fatti del male da soli”, aveva avvertito, in merito al lavoro di opposizione trascurato per lo scontro interno. In particolare, sulle accise “avevamo possibilità di fare goal a porta vuota, ma non lo abbiamo fatto”, aveva spiegato. Il vice Giuseppe Provenzano ha aggiunto, al termine della Direzione: “Ora si passi dal ‘come’ al ‘perché votare’, per costruire un nuovo Pd e creare un’alternativa a questa destra”.