“Ci sono mille modi per occuparsi di loro, non dovete per forza andare con il rischio di portare loro il virus”. In sostanza, non andate a trovare anziani che non hanno ancora contratto il virus in occasione del Capodanno lunare del 22 gennaio, quando centinaia di milioni di cinesi – già a partire dal 21 – si sposteranno senza restrizioni in tutto il Paese per le festività. Parla chiaro Guo Jianwen, membro della Commissione di Pechino per la prevenzione della pandemia, mentre il gigante asiatico attraversa una fase esponenziale della diffusione dei contagi. “Non tornate a casa per vederli”, ha dichiarato Guo, citato dal ‘Guardian‘.

Le autorità sanitarie hanno stimato per questa settimana il picco delle infezioni in diverse province e città, tra cui Pechino e Shanghai, rimarcando “seri timori” per lo stato delle aree rurali, meno attrezzate dal punto di vista delle strutture mediche e dove risiede un maggior numero di anziani non vaccinati. Oltre a esortare le persone a non viaggiare, alle autorità regionali è stato ordinato di garantire una risposta adeguata, tra cui almeno due settimane di farmaci. Il Global Times, il tabloid nazionalista del Quotidiano del Popolo, ha riferito che alle comunità locali è stato consigliato di organizzare gruppi di autisti per il trasporto di contagiati in stato di necessità “quando le ambulanze delle istituzioni mediche non possono arrivare in tempo”. Alle autorità regionali è stato intanto ordinato di garantirsi una scorta di materiale medico, e farmaci per almeno due settimane. Secondo quanto riporta il Global Times alle comunità è stato inoltre consigliato di organizzare squadre di autisti nei villaggi per trasportare eventuali pazienti “laddove le ambulanze in forza alle strutture mediche non possano arrivare in tempi utili”.

La Cina, che fino a un mese fa continuava a seguire la politica draconiana della ‘tolleranza zero’ al Covid, sta scontando anche i bassi livelli di vaccinazione tra gli anziani e le risorse sanitarie più limitate al di fuori delle città della prima fascia. Ufficialmente, poche decine di persone sono morte di Covid nell’ultimo mese, ma le analisi hanno suggerito che la cifra reale sarebbe molto più alta, con previsioni di oltre un milione di morti entro la fine dell’anno. E lunghe file fuori dai crematori fotografate dal Washington Post. Appena ieri, Michael Ryan, capo delle emergenze dell’Oms, ha rimarcato la sua frustrazione per i dati insufficienti provenienti dalla Cina, ritenendo “sottostimato” il numero dei decessi.

Il governo cinese ha smesso di pubblicare la maggior parte dei dati sull’infezione dall’inizio del forte aumento di casi emersi a dicembre e lunedì ha fornito gli ultimi aggiornamenti quotidiani relativi a domenica 8 gennaio (quasi 15mila nuovi casi), puntando al passaggio mensile dei report dopo il declassamento del Covid da ‘Malattia A a Malattia B’. In più, Pechino conta i decessi correlati al virus solo se per insufficienza respiratoria, sollevando le critiche dell’Oms. “Il compito chiave nelle pandemie dovrebbe essere il trattamento”, ha tagliato corto Liang Wannian, capo del team di esperti governativi contro il virus. A dispetto delle “speculazioni di alcuni media e politici occidentali che hanno etichettato il recente cambiamento di politica come ‘un’inversione di marcia’, l’ultima ottimizzazione è frutto della valutazione scientifica cinese dell’attuale pandemia, basata sulla pianificazione prudente, nonché su una risposta tempestiva“, ha osservato oggi l’agenzia ufficiale Xinhua.

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