A pochi giorni dall’avvio della procedura del Parlamento Ue per revocare la sua immunità (e quella del collega socialista Marc Tarabella) nell’ambito dell’inchiesta sul Qatargate, Andrea Cozzolino ha chiesto alla commissione sullo Sviluppo Regionale di ritirare una serie di suoi emendamenti. Le richieste di modifica erano state presentate al provvedimento “Il ruolo della politica di coesione nell’affrontare le sfide ambientali multidimensionali nel bacino del Mediterraneo”. Come si legge nella comunicazione vista da ilfattoquotidiano.it e dall’agenzia Ansa, erano tredici in totale (gli emendamenti 12, 13, 35, 62, 70, 71, 72, 73, 74, 84, 100, 101 e 102) e in due casi riguardavano proprio il Marocco. In particolare, gli ultimi due, facevano riferimento rispettivamente alle “fruttuose relazioni con Tunisia, Marocco” e alla “cooperazione con il Maghreb“.

Cozzolino, il mese scorso, è stato perquisito nell’ambito dell’inchiesta che ha travolto le istituzioni europee: l’accusa sostiene che un’organizzazione criminale con a guida l’ex dem Antonio Panzeri ha preso mazzette in cambio di influenze in favore di Marocco e Qatar. Proprio Panzeri, davanti ai magistrati e come rivelato da ilfattoquotidiano.it, aveva scaricato Cozzolino e accusato Tarabella. Proprio oggi, il belga si è dimesso da membro e vicepresidente della delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con la Penisola arabica.

Lunedì prossimo, nella plenaria a Strasburgo, la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola annuncerà l’avvio della procedura riguardante la richiesta di rimozione dell’immunità parlamentare nei confronti di quattro eurodeputati, due dei quali (appunto Cozzolino e Tarabella) su richiesta degli inquirenti belgi che indagano su presunti fatti di corruzione, mirata ad influenzare i processi decisionali delle istituzioni Ue. La procedura di rimozione dell’immunità, più avanti, partirà anche per Eva Kaili, già vicepresidente del Parlamento attualmente in carcere, ma non per l’indagine guidata dal magistrato anticorruzione Michel Claise, poiché in questo caso l’immunità è venuta meno per via della flagranza, bensì per una richiesta dell’Eppo, la Procura europea antifrode, riguardante l’utilizzo dell’indennità parlamentare e la remunerazione degli assistenti. Identica richiesta è stata avanzata dall’Eppo nei confronti dell’eurodeputata greca di Nea Dimokratia Maria Spyraki. Una volta avviata in plenaria, la richiesta di rimozione dell’immunità nei confronti di Cozzolino e Tarabella passerà alla commissione Juri, la quale esamina se esista o meno il ‘fumus persecutionis’, cioè se sussista o no il sospetto che l’azione giudiziaria sia motivata da intenti persecutori. Se i membri del Parlamento in questione si oppongono alla rimozione dell’immunità, possono chiedere di essere ascoltati dalla Juri.

Cozzolino ha già fatto sapere, tramite i suoi legali, di essere intenzionato a rinunciare all’immunità, dichiarandosi del tutto estraneo ai fatti per cui procedono gli inquirenti belgi. La stessa intenzione viene attribuita dalla stampa belga a Tarabella. Stando così le cose, conferma una fonte parlamentare, appare molto probabile che sia Cozzolino che Tarabella verranno privati dell’immunità, per loro stessa richiesta. Da un punto di vista politico, inoltre, appare molto improbabile che il Parlamento possa non rimuovere l’immunità, visto l’enorme clamore mediatico sollevato dall’inchiesta: Eva Kaili è stata destituita con un voto a larghissima maggioranza, mentre si trovava in carcere. La presidente Roberta Metsola ha dato mandato ai servizi parlamentari e alle commissioni di dare priorità a questo dossier, per concludere la procedura il 13 febbraio 2023.

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