La "linea dura" con interventi mirati ma all'interno del quadro normativo già esistente, annunciata dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, si trasformerà con ogni probabilità in un decreto ad hoc in arrivo già venerdì. Esiste un solo precedente di questo tipo e venne adottato dal ministro Angelino Alfano, nel 2014: all'epoca a essere colpita fu la curva dell'Atalanta
Gli ultras di Roma e Napoli vanno verso un lungo stop alle trasferte al seguito della loro squadra dopo gli scontri lungo la autostrada A1. La “linea dura” con interventi mirati ma all’interno del quadro normativo già esistente, annunciata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, si trasformerà con ogni probabilità in un decreto ad hoc in arrivo già venerdì. Il divieto di assistere alle partite lontano dal proprio stadio, secondo quanto filtra dal Viminale, verrà disposto per un determinato periodo di tempo: riguarderà dunque più di una partita e probabilmente durerà per oltre un mese. Si parla di un blocco dal 21 gennaio al 28 febbraio su indicazione del Comitato di analisi per le manifestazioni sportive, tenuto conto delle decisioni dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive di mercoledì.
Esiste un solo precedente di questo tipo e venne adottato dal ministro Angelino Alfano, nel 2014. All’epoca a essere colpita fu la curva dell’Atalanta, alla quale vennero vietate le trasferte per tre mesi in seguito a gravi episodi di violenza verificatisi al termine dell’incontro casalingo contro la Roma del 22 novembre di nove anni fa. Le “frange violente” dei tifosi bergamaschi, fu all’epoca la motivazione del Viminale, “si sono rese responsabili di gravi incidenti, attaccando le Forze dell’Ordine anche con bombe carta contenenti chiodi e bulloni e causando il ferimento di 6 operatori di Polizia, oltre al danneggiamento di tre automezzi”, scrisse il ministro nel suo provvedimento.
Piantedosi sembra quindi intenzionato a intervenire in prima persona, ma colpendo in maniera mirata le sole tifoserie delle squadre coinvolte negli scontri vicino ad Arezzo. Negli scorsi giorni, il ministro aveva più volte ribadito che le “leggi ci sono già” e quindi aveva spiegato che ci sarebbe stato modo di intervenire con la “massima severità”. La via sembra quella di non decidere, di volta in volta, sulla base delle singole analisi del Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive ma di intervenire sulla base del parere già arrivato dal Casms con una misura drastica per un determinato arco di tempo rispondendo subito al far west di domenica vicino all’area di servizio Badia al Pino.