La produzione di batterie, catalizzatori, magneti, ma anche componenti per l’illuminazione, dipendono da loro. Le terre rare sono necessarie per assemblare smartphone e auto elettriche, quindi anche per la transizione energetica. La domanda sta aumentando enormemente, scatenando una vera e propria guerra geopolitica per accaparrarsele vista la loro importanza per le tecnologie future, ma finora non sono state estratte in Europa. Adesso però è stato scoperto in Svezia il “più grande giacimento conosciuto in Europa”, ha annunciato il Ceo del gruppo minerario Lkab, Jan Moström. Localizzato nella regione di Kiruna, nel nord del Paese scandinavo, il giacimento si stima che contenga più di un milione di tonnellate di ossidi di terre.

“Questo è il più grande giacimento di terre rare conosciuto nella nostra parte del mondo e potrebbe diventare un importante tassello per la produzione di materie prime critiche, assolutamente cruciali per la transizione verde”, ha dichiarato Moström. “Questa è una buona notizia, non solo per Lkab, la regione e il popolo svedese, ma – ha sottolineato – anche per l’Europa e il clima”. Le terre rare comprendono un’intera gamma di elementi necessari per la produzione di decine di strumenti tecnologici e attualmente i più grandi giacimenti scoperti e sfruttati sono in altre zone del mondo, a iniziare dalla Cina che a Baotou ha il suo più grande giacimento.

La dicitura terre rare indica un gruppo di 17 elementi chimici, essenziali alla produzione di un’ampia gamma di componenti elettronici e microchip: si tratta di cerio, disprosio, erbio, europio, gadolinio, olmio, lantanio, lutezio, neodimio, praseodimio, promezio, samario, scandio, terbio, tulio, itterbio e ittrio. Tra le loro numerose proprietà ci sono quelle magnetiche e conduttive, che hanno consentito la riduzione delle dimensioni di molti dispositivi elettronici. Ci vorrà del tempo, ha puntualizzato Lkab, prima che il ‘serbatoio’ scoperto in Svezia possa essere sfruttato.

L’azienda prevede ulteriori lavori di esplorazione, anche se dovrebbe presentare una domanda per lo sfruttamento entro il 2023. Potrebbero però passare anni prima che si conosca l’intera estensione del giacimento di Per Geijer, che si trova nelle immediate vicinanze delle operazioni della Lkab già esistenti a Kiruna, la città più settentrionale della Svezia. “Se guardiamo a come hanno funzionato altri processi di autorizzazione all’interno del nostro settore, ci vorranno almeno 10-15 anni prima di poter effettivamente iniziare a estrarre e fornire materie prime al mercato”, ha detto Moström.

Tra gli Anni cinquanta e ottanta gli Usa erano il leader mondiale dell’estrazione e dell’utilizzo delle terre rare, ma l’elevato impatto sull’ambiente derivante dall’attività estrattiva portò a leggi restrittive che di fatto ne limitarono sia l’estrazione che la raffinazione. All’inizio degli Anni novanta si iniziò ad affermare – in parallelo con l’aumento esponenziale dell’uso delle terre rare nelle tecnologie – l’egemonia cinese, un dominio che oggi Europa, Stati Uniti, Canada ed Australia cercano di contrastare guardando soprattutto all’Africa dove dal Sudafrica all’Angola passando per Namibia e Madagascar si trovano grandi giacimenti, per sfruttare i quali servono però investimenti ingenti.

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