Fumata grigia all’incontro tra governo e benzinai. I gestori dei distributori congelano lo sciopero previsto per il 25 e 26 gennaio in attesa di un nuovo incontro fissato per martedì prossimo 17 gennaio. I partecipanti al faccia a faccia di stamattina concordano sul fatto che esistano margini di discussione per scongiurare lo stop. “Apprezzato il chiarimento avuto con Governo che ripristina una verità inequivocabile: i gestori non hanno alcuna responsabilità per l’aumento dei prezzi, né per le eventuali pretese speculazioni di cui si è parlato. Per quello che riguarda le organizzazioni dei benzinai, le polemiche finiscono qui”. Lo affermano in una nota congiunta Faib, Fegica, Figisc/Anisa spiegando che si apre “un percorso che può portare a rivalutare anche lo sciopero proclamato per fine mese, al momento congelato seppure con la riserva per una sua sospensione in funzione dell’esame del testo del decreto una volta emanato”.

All’incontro che si è svolto a palazzo Chigi sono intervenuti il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri dell’Economia Giancarlo Giorgetti e delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso. Presente anche il Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo. Il confronto segue le polemiche dei giorni scorsi innescate dal brusco rialzo dei prezzi di gasolio e benzina dovuto all’eliminazione dello sconto sulle accise deciso dal governo Meloni. Diversi esponenti dell’esecutivo hanno accusato i gestori di comportamenti speculazioni, affermazioni che però non trovano conferma nei dati sui rincari. I distributori hanno categoricamente respinto le accuse e lamentano “l’ondata di fango” che è stata gettata loro addosso dal governo. Il 10 gennaio il governo vara un “decreto trasparenza per tenere sotto controllo gli speculatori” che ha tra le misure l’obbligo di esporre il prezzo medio praticato a livello nazionale. Solo 48 ore dopo approva in Consiglio dei ministri una modifica al decreto in cui inserisce un meccanismo che lega ipotetici sconti ad un incremento del gettito fiscale.

La presidente del Consiglio Meloni ha negato nei giorni scorsi di aver mai promesso una riduzione delle accise nel corso della campagna elettorale. Tuttavia l’intervento sulla tassazione sui carburanti è uno dei punti del programma di Fratelli d’Italia che peraltro ripropone un meccanismo introdotto dal governo Prodi nel 2007. Meloni ha quindi precisato che la riduzione sarebbe scattata solo nel caso di un aumento delle entrate. “Quello che che lo Stato incassa in più di Iva (che si calcola anche sulle accise, ndr) verrà utilizzato per abbassare il prezzo”, ha affermato Meloni. Il governo interverrebbe usando una norma che già esiste e consente di ridurre le accise se il prezzo supera almeno il 2% del valore indicato nel Def (documento di economia e finanza) in caso di aumento del prezzo del greggio e quindi dell’Iva in un quadrimestre di riferimento, il maggiore introito incassato in termini di imposta dallo Stato potrà essere utilizzato per finanziare riduzioni del prezzo finale alla pompa.

Sul tema, anche se non direttamente coinvolto nelle trattative, si è espresso anche il segretario della Cgil Maurizio Landini: “Prima dello sciopero dei benzinai c’è stato lo sciopero che abbiamo fatto noi e la Uil a dicembre. Certo che è un segnale di malessere sociale evidente. E in questo caso sono anche evidenti i limiti e gli errori che lo stesso governo ha fatto“, ha detto il leader della Cgil. “Nessuno mette in discussione che chi è al Governo ha vinto le elezioni e ha il diritto di governare ma se andiamo a vedere i numeri uno dovrebbe avere anche questa percezione: chi ha votato il Governo sono 12,5 milioni e mezzo di italiani, chi ha votato i partiti che non sono al Governo sono 15 milioni e ci sono 18 milioni di persone che a votare non ci sono andate, non c’è nessuno che da solo può dire di rappresentare tutto il Paese e pensare di utilizzare quel voto”. A giudizio di Landini, “quando metà dei cittadini italiani a votare non è andata vuol dire che non ti stai assumendo la responsabilità di governare tenendo conto l’interesse di tutti. E c’è bisogno di coinvolgere il sindacato – ha concluso – non perché siamo belli e simpatici ma perché rappresentiamo milioni di persone e chi tiene in piedi il paese”. “Deve essere Giorgia Meloni e non noi a spiegare agli automobilisti come mai sia accaduto l’esatto contrario di quello che avevano promesso. Capisco le scelte e le difficoltà e non dico che governare sia una passeggiata di salute ma almeno siano sinceri”, ha affermato Stefano Bonaccini, candidato alla Segreteria nazionale del Partito democratico parlando ad Assisi.

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