Gli effetti nefasti della riforma Cartabia, che impone la querela anche se i reati per i quali non si procede più d’ufficio sono accompagnati dall’aggravante mafiosa, potrebbero concretizzarsi anche nell’inchiesta sulla ‘rifondazione’ del clan Ligato a Pignataro Maggiore (Caserta). Tra le accuse per le quali è stato arrestato Pietro Ligato, il figlio dello storico capoclan Raffaele Ligato, c’è anche un’aggressione con spray urticante, tirapugni e calci nell’inguine a un uomo, S. R., ‘punito’ per aver montato male un’antenna.
L’uomo non volle sporgere denuncia perché, come riferì la moglie, era “intimorito dalla caratura criminale del Ligato…tanto che non si era neppure recato in ospedale in seguito alle lesioni subite decidendo di farsi medicare in casa”. S. R. sentito nel novembre scorso, ma per i carabinieri che indagavano non ci fu verso di fargli formalizzare una querela, anzi rifiutò persino di firmare il verbale. Che peraltro si chiudeva così: “Non voglio più esser chiamato per affrontare quest’argomento nè per dire niente”. Il Gip ha disposto, per questa sola imputazione, gli arresti domiciliari. Da applicare in caso di scarcerazione, perché Pietro Ligato è finito dietro le sbarre anche per altre accuse relative ad alcune estorsioni aggravate. Ma per procedere per le lesioni aggravate ora servirà la querela: la vittima verrà avvertita e gli inquirenti gli chiederanno se nel frattempo ha cambiato idea, se si sente più tranquillo con il suo presunto aguzzino in prigione.
E’ successo a Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta, definita in passato “la Svizzera dei clan”, perché luogo tranquillo per riciclare il denaro delle cosche e per nasconderci i latitanti. E’ il territorio di riferimento del clan Lubrano-Ligato, che negli anni ’80 era alleato coi corleonesi di Luciano Liggio. A questa cosca del casertano è legata la storia dell’omicidio, avvenuto nel 1983, di Franco Imposimato, il fratello del giudice Ferdinando Imposimato, che stava per scoprire il nascondiglio della latitanza di Pippò Calò a Roma. Partecipò al delitto anche Raffaele Ligato, boss ormai defunto. E proprio ai tre figli di Raffaele Ligato è stata notificata venerdì mattina un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Si chiamano Pietro, Antonio e Felicia Ligato, questi ultimi due erano già detenuti per altre cause.
Pietro invece era tornato libero cinque anni fa ed aveva ripreso a comandare su Pignataro Maggiore, ricostruendo il potere intimidatorio ereditato dal padre. Un potere esercitato avvalendosi anche di mezzi ultratecnologici, come i due droni dal valore di 5000 euro sequestrati dai carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Caserta e della compagnia di Capua, nel corso delle perquisizioni che hanno accompagnato l’esecuzione dei provvedimenti cautelari. Ne è stato vittima un imprenditore delle pompe funebri. A verbale ha dichiarato: “Pietro Ligato ha utilizzato un drone per sorvegliare la mia abitazione, ho interpretato questo evento come un episodio minatorio (…) non so come abbiate fatto a scoprire che siamo vittime di estorsione, ma per quieto vivere abbiamo sempre pagato”. L’uomo aveva paura, da anni era costretto a pagare tangenti mensili da migliaia di euro. Aveva prima negato di aver ceduto alle richieste. Dopo una pausa, ha deciso di rivelare tutto.
L’inchiesta dei carabinieri della Dda di Napoli – pm Simona Belluccio, procuratore reggente Rosa Volpe – è riassunta nelle 69 pagine dell’ordinanza firmata dal Gip Fabrizio Finamore, che raccontano come i Ligato avessero riavviato il business delle estorsioni. I fatti contestati risalgono sino a settembre scorso. Estorsione e lesioni personali aggravate dal metodo mafioso, le accuse mosse dalla procura anticamorra. Un quarto indagato, Fabio Papa, è stato messo ai domiciliari. Nel corso delle perquisizioni sono stati rinvenuti anche un micro telefono, apparecchiature ricetrasmittenti, un disturbatore di frequenze radio digitali multiplo e varie batterie, anche di grandi dimensioni. Ed anche un tirapugni e una bomboletta di spray urticante, forse gli stessi utilizzati nel luglio scorso da Ligato, accompagnato da Papa, per colpire S. R.