L’agenzia Ue in un documento di Threat Assessment Brief pubblicato oggi, in cui si valuta la portata della minaccia rappresentata dal sottolignaggio di Omicron, sottolinea l'importanza di test e vaccinazioni. L'organizzazione mondiale della sanità aggiorna le linee guida
La variante XBB.1.5 (Kraken) potrebbe diventare dominante in Europa nel giro di uno o due mesi. Questa è la stima basata sui modelli matematici del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) date le attuali basse quote riportate al momento sul territorio dell’Unione e il suo tasso di crescita stimato. A spiegarlo è stata l’agenzia Ue in un documento di Threat Assessment Brief pubblicato oggi, in cui si valuta la portata della minaccia rappresentata dal sottolignaggio di Omicron. E proprio di fronte alla diffusione della variante Kraken, l’Oms nel suo ultimo aggiornamento delle linee guida per il Covid ricorda che le mascherine “continuano ad essere uno strumento chiave: sono consigliate a seguito di una recente esposizione a Covid, quando qualcuno ha o sospetta di avere Covid, se si è ad alto rischio di Covid grave e per chiunque si trovi in uno spazio affollato, chiuso o scarsamente ventilato“. L’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda l’uso delle mascherine “in situazioni specifiche e l’aggiornamento ne raccomanda l’uso indipendentemente dalla situazione epidemiologica locale, data l’attuale diffusione del Covid a livello globale“.
Al momento, ha precisato l’Ecdc, non ci sono segnali che la gravità dell’infezione da XBB.1.5 sia diversa rispetto a quella derivante dai sottotipi di Omicron circolanti in precedenza. Per quanto riguarda l’attuale diffusione di Kraken, secondo gli ultimi dati disponibili la proporzione di XBB.1.5 nell’Ue/See è stata inferiore al 2,5% nelle ultime due settimane del 2022 (il periodo più recente in cui è possibile stimare con precisione le quote delle varianti a questo basso livello).
Negli Stati Uniti, Kraken si sta attualmente diffondendo il 12% più velocemente rispetto ad altre varianti in circolazione, riporta l’Ecdc. “L’Ecdc – dichiara Andrea Ammon, direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie – raccomanda di eseguire test e sequenziamenti appropriati, di aumentare le vaccinazioni anti-Covid e rafforzare le misure di prevenzione e controllo delle infezioni. Dovrebbero essere presi in considerazione anche interventi non farmacologici come stare a casa in caso di malattia, telelavoro, una buona ventilazione degli spazi interni e un uso appropriato delle mascherine“. Nell’ultima settimana di campionamento disponibile (dal 2 all’8 gennaio), in Italia non sono state depositate sequenze relative a Kraken come evidenzia il monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità e ministero della Salute sul Covid-19. In totale, in Italia il numero di casi sarebbero meno di una decina.
Comunque nonostante i riflettori puntati su Kraken negli ultimi giorni del 2022 è stata ancora la famiglia di Cerberus a risultare in misura significativa prevalente nel mondo secondo i dati forniti dall’Oms. Tra il 19 e il 25 dicembre (settimana 51 del 2022 appena salutato), le sei sottovarianti Omicron osservate speciali dall’Oms – ribattezzate con nomi altisonanti sui social – hanno rappresentato il 76,2% di tutte le sequenze depositate nella banca dati Gisaid. Tra queste, BQ.1 e i suoi discendenti – il più ‘illustre’ dei quali è Cerberus (BQ.1.1) – hanno pesato per il 53,4%. La prevalenza della famiglia XBB (Gryphon) e XBB.1.5 (Kraken, appunto) è stata del 4,6%. Le quote delle altre sottovarianti sotto monitoraggio erano: 9,7% per BA.5 con una o più di 5 mutazioni, 8,1% per BA.2.75 (alias Centaurus); 0,4% per BA.4.6; e meno dello 0,1% per BA.2.3.20. Kraken risulta essere stata segnalata da almeno 38 Paesi. Come ribadito nella valutazione rapida del rischio diffusa ieri dall’Oms, i dati su XBB.1.5 sono limitati, ma sulla base delle informazioni attualmente disponibili da un Paese (Usa) sembra presentare un vantaggio di crescita rispetto ad altri sottolignaggi circolanti di Omicron. Dati preliminari di laboratorio indicano una fuga immunitaria più elevata (non ci sono conferme da prove epidemiologiche nell’uomo), e al momento non sono disponibili informazioni sulla gravità clinica.