La Maserati “tipo Folgore” (nella foto) pilotata da Maximilian Günther è stata la più veloce ai test ufficiali di Valencia. La Ds Penske è la sola scuderia a schierare due campioni del mondo, Stoffel Vandoorne, quello in carica, e Eric Vergne, l’unico ad aver conquistato due volte il mondiale. Sul circuito Hermanos Rodriguez Lucas Di Grassi, adesso alla Mahindra, ha già vinto due volte, tre in Messico su 8 gare contando anche quelle di Puebla del 2021. Le ultime tre pole sulla pista della capitale del paese centroamericano sono state conquistate dalla Porsche, che ha anche vinto la prova del 2022 con Pascal Wehrlein, nel cui palmares figurano una quarantina di partenza in Formula 1. Il suo nuovo compagno di squadra è il portoghese Antonio Felix Da Costa, già vincitore di un campionato elettrico: “È una stagione completamente nuova – dice – per le squadra e per la macchina. Ma se sei un pilota, guidare per Porsche è come realizzare il sogno che hai da bambino. Ma non mi basta indossare la tuta con la scritta Porsche: voglio vincere con loro”.

Sabato alle 14 a Città del Messico comincia la nona stagione della Formula E, il campionato elettrico che porta le monoposto silenziose Gen3 nei centri delle città. L’autodromo è un’accezione, anche se quella messicana è molto ben gradita per via del grande affetto del pubblico. Quest’anno il circuito è articolato su 16 gare con le novità di India, Sud Africa e Brasile.

È nuova la macchina, più potente (fino a 322 orari), più compatta e più piccola e con la necessità di recuperare in competizione almeno il 40% dell’energia grazie al motore anteriore installato espressamente e per sfruttare il quale è stato anche modificato il tracciato della pista della capitale. È nuovo il fornitore delle gomme All Season, tra l’altro dai bordi colorati: Hankook, che subentra a Michelin. La sostenibilità è un imperativo: per ogni fine settimana di gara le scuderie dispongono di 8 gomme per macchina. Almeno in parte, è nuovo anche il regolamento che include pit stop obbligatori per la ricarica veloce e per l’attivazione dell’Attack Mode (più potenza per alcuni minuti) destinato a movimentare l’ePrix. Per questa inedita soluzione ci sarà tuttavia da attendere qualche gara.

Sono nuove anche alcune scuderie. Maserati (che si è accordata con la squadra monegasca ex Venturi) e McLaren (che ha rilevato il team della casa con la Stella), le debuttanti, sono costruttori i cui nomi non fanno rimpiangere gli addii di quelli tedeschi Bmw, Audi e Mercedes, che hanno abbandonato la Formula E tra il 2021 e il 2022. E poi c’è il ritorno della tedesca Abt, supportata da Cupra, che si è nuovamente accasata in Formula E dopo essere stata fra i pionieri e aver collaborato successivamente con la casa dei Quattro Anelli.

I piloti sono 22, due in meno del massimo previsto perché malgrado il presunto grande interesse sempre sbandierato dagli organizzatori a quanto pare da due anni non ce n’è abbastanza da spingere una dodicesima squadra ad accettare la sfida. Magari dipende dai postumi della pandemia: lo si capirà al termine di questo campionato.

L’Italia è finalmente protagonista con un costruttore, Maserati, seppure nell’ambito della cooperazione interna al gruppo Stellantis (il milanese Eugenio Franzetti è stato nel frattempo nominato direttore della divisione DS Performance), oltre che con la città di Roma, che fino al 2025 ha un contratto con la Formula E. Il doppio evento dell’Urbe è stato posticipato a metà luglio, l’ultimo prima dei due ePrix conclusivi di Londra. E poi ci sono Brembo, che per la quinta stagione fornisce i freni per le monoposto elettriche, inclusi quelli nuovi per le Gen3, e Dallara, che fin dall’esordio, nel 2014, contribuisce allo sviluppo dei telai.

Nella nona stagione c’è un solo rookie: lo ha messo sotto contratto la McLaren ed è Jake Hughes. Alcuni piloti hanno trascorsi in Formula 1 (Vergne, Buemi, Di Grassi, tra l’altro il solo ad aver corso in tutti e cento gli ePrix disputati finora), che altri hanno conosciuto da vicino per essere stati collaudatori e riserve, diversi contano di approdarci. Uno che ce l’ha fatta è l’olandese Nyck de Vries, vincitore di un mondiale elettrico con la Mercedes e malgrado un 2022 non esaltante è stato ingaggiato dalla Alpha Tauri.

Nel futuro elettrico della mobilità, la Formula E non “figlia di un Dio minore”: è più sostenibile, è silenziosa e avvicina al motorsport (e ai marchi impegnati) un altro mondo di appassionati. Il che spiega, ad esempio, perché Porsche abbia deciso di impegnarsi nel circuito elettrico nonostante il solo modello a zero emissioni attualmente a listino abbia un costo non meno che impegnativo (ma con la futura Macan elettrica arriverà anche un modello più “abbordabile) non solo come costruttore, ma fornendo anche la Safety Car. Che è la Taycan Turbo S da 761 cavalli.

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