Il difensore di Alfredo Cospito, l’anarchico in sciopero della fame da oltre due mesi per protesta contro la misura del carcere duro disposta nei suoi confronti per quattro anni, ha scritto al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per chiedere la revoca del carcere duro. L’avvocato Flavio Rossi Albertini ha infatti annunciato di aver “presentato questa mattina l’istanza di revoca del 41 bis al ministro della Giustizia, Carlo Nordio”. Un’istanza, dice, “fondata su fatti nuovi, non sottoposti alla cognizione del tribunale di sorveglianza di Roma”, che nelle scorse settimane ha respinto un reclamo della difesa, e legati alle “motivazioni di una sentenza depositata dopo la decisione del tribunale capitolino”.
Intanto, in Italia continua il dibattito sulla necessità o meno di imporre il 41bis per l’anarchico Cospito e anche la Camera penale di Milano “aderisce convintamente all’appello per la vita di Alfredo Cospito, promosso e sottoscritto da molti autorevoli giuristi, per tutte le ragioni che l’appello enuclea. Auspichiamo quindi che Governo, ministro dalla Giustizia e Dap escano dall’indifferenza in cui si sono attestati in questi mesi nei confronti della protesta di Cospito e facciano un gesto di umanità e di coraggio”. Gli avvocati aggiungono che “questa peculiare vicenda, il cui esito drammatico deve essere assolutamente evitato, ha avuto un solo merito: quello di puntare i riflettori dell’opinione pubblica sul tema del 41bis, sinora negletto se non utilizzato esclusivamente per esaltarne la natura di necessaria e utile arma di lotta al fenomeno mafioso“. Una riflessione che, a loro dire, deve ripartire “da una profonda revisione del regime di 41 bis che ne limiti il contenuto afflittivo alla stretta necessità e che consenta un efficace controllo sulla sua necessità, ovvero dalla sua definitiva abolizione“.
Non è dello stesso avviso il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, che sul caso specifico precisa: “Il senso del 41bis è evitare che il detenuto mandi messaggi all’esterno. Se i magistrati hanno chiesto il 41bis per Alfredo Cospito vuol dire che c’è un provvedimento ben motivato. Non si dà a tutti il 41bis, ci sono numerose richieste di 41bis bloccate o rigettate. Non è un automatismo. Bisogna leggere le carte prima di potersi esprimere, non sono discorsi che si possono affrontare come se fossimo al bar”.
L’ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che ha anche visitato il detenuto, in un’intervista al Manifesto spiega che le condizioni di Cospito sono quelle “di una persona che ha subito un forte deperimento ma ancora lucida, molto determinata ad andare avanti anche se con un rischio per la sua salute. Non c’è un pericolo imminente ma un rischio costante”. Quando gli viene chiesto se il 41 bis andrebbe rivisto, il politico del Pd afferma: “È uno strumento che è stato pensato solo per le organizzazioni mafiose. La mafia però è tutt’ altro che sconfitta. Perciò è uno strumento del quale ancora non possiamo fare a meno. La questione è se sia applicabile anche a fattispecie che sono parzialmente diverse, o se non si possano trovare anche altri strumenti. Adesso il tema fondamentale è impedire che una persona muoia”.