Aveva sottolineato "l’impossibilità di esercitare il proprio mandato con la dovuta serenità e indipendenza anche, ma non solo, per il fatto di ritenere di non essere stata messa nella posizione di poter pienamente 'agire informata' a fronte di temi di sicura complessità". Così i magistrati hanno voluto capire il perché di quella dichiarazione separata
Non solo i sindaci che hanno lasciato l’incarico dopo l’approvazione del secondo progetto bilancio, solo minimamente corretto seguendo le indicazioni di Consob e nonostante i “rilievi” dello stesso Collegio sindacale. I magistrati di Torino – che indagano per falso in bilancio, aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza sull’operato degli ex vertici della Juventus – hanno voluto ascoltare anche l’ormai ex consigliera indipendente Daniela Marilungo, che a fine novembre si era dimessa dal Consiglio di amministrazione bianconero con motivazione separata rispetto ad Andrea Agnelli, Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene e gli altri.
Aveva sottolineato “l’impossibilità di esercitare il proprio mandato con la dovuta serenità e indipendenza anche, ma non solo, per il fatto di ritenere di non essere stata messa nella posizione di poter pienamente ‘agire informata’ a fronte di temi di sicura complessità”. Così il procuratore aggiunto Marco Gianoglio con i pm Ciro Santoriello e Mario Bendoni hanno voluto capire il perché di quella dichiarazione separata, non condivisa dagli altri consiglieri, ascoltandola come persona informata sui fatti per 8 ore.
Marilungo era una consigliera non esecutiva e indipendente della società da diversi anni e faceva parte anche del Comitato Controllo e Rischi e del Comitato ESG. Secondo diversi retroscena sarebbe stata proprio la sua presa di posizione a dare il là allo smottamento del Consiglio di amministrazione, insieme a quella di Suzanne Heywood, fedelissima di Elkann nominata nel board meno di un mese del terremoto giudiziario al posto della dimissionaria Laura Zanetti.
La procura di Torino, quindi, va avanti nel suo lavoro mentre la Juventus si appresta a varare il nuovo corso. Mercoledì 18 infatti verrà nominato il nuovo Cda che sarà composto da 5 persone. Si tratta di Maurizio Scanavino, scelto come direttore generale dopo il passo indietro di Agnelli, Gianluca Ferrero che è l’attuale presidente scelto da John Elkann e ‘uomo dei conti’ degli Agnelli, quindi Diego Pistone, quindi Laura Cappiello e Fioranna Vittoria Negri in qualità di amministratori indipendenti. Pistone è una storica figura del gruppo Fiat nell’area finance e attualmente è membro del Cda di Diasorin. Cappiello è un’avvocata dello studio legale Orrick e si occupa principalmente di M&A, in passato ha assistito società come Microsoft Corporation, Enel, Enel Green Power e Leonardo. Negri invece ricopre cariche in Satispay, Fincantieri e Autostrade per l’Italia.
Si tratta con tutta evidenza di figure ‘schierate’ in vista di una correzione dei conti e allo stesso tempo, con ogni probabilità, con la necessità di difendere la linea bianconera in un eventuale processo. Dirimente sotto il profilo giudiziario sarà l’udienza preliminare che non è stata ancora fissata ufficialmente ma con ogni probabilità inizierà tra la fine di marzo e l’inizio di aprile. In quella sede, tra l’altro, gli avvocati difensori avranno la possibilità di ripresentare la richiesta di spostare il procedimento a Milano, o in subordine a Roma, come già richiesto nelle scorse settimane senza successo, perché a loro avviso l’aggiotaggio informativo ipotizzato dalla procura non si sarebbe consumato a Torino ma a piazza Affari o eventualmente nella Capitale dove ha sede la piattaforma sulla quale i bianconeri caricano le comunicazioni al mercato.