Alla Exxon, seconda compagnia petrolifera privata al mondo, lo sapevano benissimo. Il riscaldamento globale causato dalle emissioni Co2 è stato previsto dal gruppo statunitense con grandissima precisione e abilità già a partire dagli anni ’70. Peccato che pubblicamente la società (evoluzione della Standard Oil dei Rockefeller) abbia sempre taciuto questi dati affermando anzi l’esatto opposto e negando le ricadute dell’utilizzo di fonti fossili come il petrolio sull’aumento della temperatura. Emerge da documenti interni della compagnia di cui dà conto la rivista Science da cui si vede come Exxon fosse ben a conoscenza dei pericoli del riscaldamento globale, così come altri big dell’industria petrolifera che addirittura avevano individuato il rischio già negli anni ’50 pur continuando poi ad ostacolare con vigorose azione di lobbying e campagne mediatiche qualsiasi provvedimento per ridurre l’uso di combustibili fossili.

Gli scienziati della Exxon hanno previsto che ci sarebbe stato un riscaldamento globale di circa 0,2 gradi centigradi ogni dieci anni a causa delle emissioni di gas serra causate dall’uso di petrolio, gas e carbone. Ma ancora nel 2013 l’allora amministratore delegato del gruppo Rex Tillerson affermava che i modelli climatici “non erano affidabili” e come esistessero incertezze sull’impatto della combustione di idrocarburi sui cambiamenti climatici. “È davvero un peccato che la società non solo non abbia tenuto conto dei rischi evidenziati dai suoi studi ma abbia scelto di sostenere idee non scientifiche probabilmente nel tentativo di fare più soldi“, ha affermato la studiosa di cambiamenti climatici Cornell University Natalie Mahowald parlando con il Guardian. L’esperta ha sottolineato come la strategia di Exxon (in Italia presente con il marchio Esso, ndr) abbia avuto “profonde implicazioni” perché hanno ritardato gli investimenti in energie rinnovabili.

Un portavoce della compagnia ha dichiarato: “Questo tema è emerso più volte negli ultimi anni e, in ogni caso, la nostra risposta è la stessa: coloro che parlano di come “Exxon Knew” si sbagliano nelle loro conclusioni”. La compagnia, che si avvia a chiudere il 2022 con guadagni per 37 miliardi di dollari, i più alti della sua storia, ha da poco avviato una causa legale contro l’Unione europea contestando la legittimità della tassa sugli extraprofitti delle compagnie petrolifere favoriti anche dalla corsa delle quotazioni innescata dalla guerra in Ucraina.

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