La procura di Trento condivide le conclusioni dei periti sul distacco di ghiaccio che provocò 11 persone: "Nessuna responsabilità umana". Per il futuro sottolineano la necessità di "monitorare" il "rischio costituito da movimenti improvvisi" che "stanno diventando sempre più frequenti"
La valanga della Marmolada fu imprevedibile e il distacco del saracco “si è verificato per l’azione concomitante delle elevate temperature” e “delle caratteristiche strutturali-meccaniche del ghiacciaio stesso”, azione combinata che “ha impedito ed impedisce la prevedibilità dell’evento ovvero della mobilizzazione inaspettata di una porzione di ghiaccio”. La procura di Trento ha chiesto l’archiviazione per l’inchiesta aperta dopo la valanga del 3 luglio 2022 in cui hanno perso la vita 11 persone.
Nella richiesta firmata dal procuratore di Trento Sandro Raimondi e dal pm Antonella Nazzaro si evidenzia l’imprevedibilità dell’evento, come sostenuto dalla perizia ordinata dai magistrati a un pool di esperti. La sola temperatura “non avrebbe causato il crollo e neppure avrebbe di per sé dovuto allarmare, attesa l’assenza di segnali premonitori osservabili ‘macroscopicamente’: il peggioramento delle condizioni del ghiaccio è un fattore rilevabile a posteriori e ciò contribuisce a confermare l’ipotesi di una imprevedibilità dell’evento”, hanno sintetizzato i periti.
Le conclusioni a cui giungono i consulenti, secondo la procura “vanno pienamente condivise nessuna responsabilità ‘umana’ può essere, nel caso di specie, ravvisata”. Neanche gli esperti della zona – guide alpine e frequentatori della Marmolada – hanno “‘avvertito’ condizioni anomale idonee a far presagire l’accaduto”, scrive la procura. Peraltro, il cambiamento climatico “non può costituire di per sé ragione o criterio per supporre eventi” come quello del 3 luglio dello scorso anno.
Per il futuro sarà “da monitorare – da parte di tutti -, al fine di prevenire tragedie e perdite di preziose vite umane, anche il rischio costituito da movimenti improvvisi di masse di ghiaccio quali fenomeni, comunque, al pari di altri ‘naturali’ (scosse telluriche, inondazioni, maremoti, tsunami e simili) legati alla continua trasformazione-evoluzione della massa terrestre e che, purtroppo, stanno diventando sempre più frequenti ovunque ed anche alle nostre latitudini”, si legge nelle conclusioni della richiesta di archiviazione.