Approvato dal governo martedì e rivisto dallo stesso esecutivo dopo 48 ore il decreto carburanti è stato firmato stamane dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il provvedimento sarà quindi pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale per diventare poi pienamente operativo. A questo testo i benzinai hanno subordinato la decisione sullo sciopero (ma sarebbe meglio dire serrata) fissato per i prossimi 25 e 26 gennaio e al momento “congelato”.
Il decreto aggiorna il meccanismo della cosiddetta “accisa mobile” introdotta con la Finanziaria del 2008 del governo Prodi per ridurre gli aumenti eccessivi. Il taglio delle accise, si legge nel testo bollinato del dl, “può essere adottato se il prezzo aumenta, sulla media del precedente bimestre, rispetto al valore di riferimento, espresso in euro, indicato nell’ultimo Def”. Il decreto tiene anche conto “dell’eventuale diminuzione” nella media del quadrimestre precedente.
Nel testo del decreto si legge che i gestori degli impianti di carburante che non comunicheranno i loro prezzi e non esporranno nel proprio punto vendita i prezzi medi calcolati dal ministero delle Imprese potranno essere puniti con sanzioni da 500 a 6mila euro. “Dopo la terza violazione – si legge nel testo bollinato – può essere disposta la sospensione dell’attività per un periodo non inferiore a sette giorni e non superiore a 90 giorni”. L’accertamento è affidato alla Guardia di Finanza e l’irrogazione delle sanzioni al Prefetto. Il prezzo medio dei carburanti, su base regionale, sarà pubblicato sul sito del ministero delle Imprese e del made in Italy. Lo dispone il decreto sulla trasparenza dei prezzi in cui si precisa che “la frequenza, le modalità e la tempistica delle comunicazioni” saranno definite con decreto dello stesso Mimit “da adottarsi entro 15 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto”. I benzinai avranno poi altri 15 giorni per adeguare la cartellonistica presso ogni punto vendita, anche autostradale.
Nel decreto non compare alcun riferimento a potenziali tetti ai listini in autostrada. L’ipotesi era circolata nei primi giorni della settimana, in coincidenza con il primo passaggio del decreto in cdm, ma aveva sollevato dubbi di costituzionalità e di tutela della concorrenza.
Torna il bonus di 60 euro per pagare l’abbonamento per il trasporto pubblico locale e ferroviario, ma sarà destinato alle persone con redditi inferiori a 20mila euro (non più 35.000 euro come nella versione precedente della misura). Il decreto stanzia a tal fine 100 milioni. Il buono reca il nominativo del beneficiario, è utilizzabile per l’acquisto di un solo abbonamento, non è cedibile, non costituisce reddito imponibile e non rileva al fine del computo del valore dell’indicatore Isee. I datori di lavoro potranno elargire ai propri dipendenti bonus carburanti fino a 200 euro senza concorrere alla formazione del reddito dei lavoratori. La misura vale dal primo gennaio al 31 dicembre 2023. Gli oneri ammontano a 13,3 milioni quest’anno e a 1,2 milioni l’anno prossimo.
Il decreto segue le polemiche dei giorni scorsi seguite alla decisione del governo Meloni di eliminare completamente lo sconto fiscale sulle accise che era stato introdotto nel marzo 2022 dall’esecutivo guidato da Mario Draghi. Ne è seguito, naturalmente, un improvviso aumento dei prezzi alla pompa di gasolio e benzina che diversi esponenti della maggioranza hanno però imputato alla “speculazione” e al comportamento dei benzinai. Accuse che non hanno trovato conferma nei dati, compresi quelli diffusi dallo stesso governo. Giorgia Meloni ha poi affermato di non aver mai promesso un taglio delle accise durante l’ultima campagna elettorale (lo aveva fatto invece nel 2019) ma nel programma di Fratelli d’Italia è previsto un intervento di alleggerimento del carico fiscale sui carburanti. La premier ha quindi spiegato che la premessa per questo intervento è la disponibilità di maggiori introiti. Maggiori introiti che ha dire il vero nell’ultimo anno ci sarebbero stati (sono saliti gli incassi Iva dal petrolio) ma ora il decreto sposta tutto almeno al prossimo marzo.