L’inchiesta sull’assalto al Parlamento di Brasilia ruota intorno all’ex presidente, Jair Bolsonaro, e ai suoi uomini più vicini. L’ex ministro della Giustizia, Anderson Torres, è stato arrestato appena atterrato nella capitale, di ritorno dalla sua trasferta in Florida, dove si trova ancora l’ex presidente ricoverato in una clinica americana. A dare la notizia è Cnn Brasil. E nella mattinata di sabato è arrivata anche la notizia che i magistrati incaricati dell’indagine hanno aperto un fascicolo a carico di Bolsonaro in persona che, terminato il suo mandato, non gode più dell’immunità.
La Corte Suprema ha deciso di includere l’ex leader brasiliano nell’inchiesta dopo la richiesta del procuratore generale del Brasile, Augusto Aras, che ha ipotizzato i reati di “istigazione e paternità intellettuale” in merito all’assalto. Sotto accusa, in particolare, ci sarebbe un video, pubblicato da Bolsonaro sui social due giorni dopo l’assalto, il 10 gennaio, e poi rimosso, in cui si afferma che il nuovo presidente Luiz Inácio Lula da Silva non è stato eletto, ma scelto dalla Corte Suprema. Nonostante il video sia stato pubblicato dopo la rivolta, per i pubblici ministeri il contenuto è sufficiente per indagare sulla sua condotta.
“Le dichiarazioni di Jair Bolsonaro sono state un’ulteriore occasione in cui l’ex presidente si è messo in una posizione teoricamente criminale e offensiva nei riguardi delle istituzioni, in particolare la Corte Suprema”. Così il giudice della Corte Suprema del Brasile, Alexandre de Moraes ha autorizzato la procura nazionale a mettere sotto inchiesta Bolsonaro. “È importante segnalare che Bolsonaro è incorso in modo reiterato negli stessi comportamenti per i quali ora è sotto inchiesta”, ha aggiunto il giudice che ha così dato risposta positiva alla richiesta della procura.
Intanto, il ministro della Giustizia, Flavio Dino, ha reso noto che nei prossimi giorni vi saranno altri arresti per la partecipazione all’assalto di domenica scorsa.