Dal prossimo 1° marzo, data d’inizio del periodo di alta stagione, il costo del biglietto singolo d’ingresso nella Galleria degli Uffizi dai previsti 20 euro salirà a 25 euro. Un aumento che sarà pari al 25%. Un aumento, spiegano sul sito, “deciso dal Consiglio d’Amministrazione del museo” e “per far fronte all’incremento dei costi del settore energetico ed edilizio”.
L’aumento verrà mantenuto fino alla scadenza del periodo di alta stagione (il 31 ottobre 2023), ma parallelamente, per i più mattinieri (in orario 8.15-8.55), sarà possibile ottenere il biglietto singolo a un costo ribassato di 6 euro, cioè invece di 25 pagherà 19 euro. Com’era prevedibile, l’annuncio della decisione assunta dalla direzione del museo ha sollevato numerose polemiche che presto si sono estese non solo al concetto di qualità di un museo, ma anche di “quantità” di opere d’arte che si possono ammirare; per cui in questi giorni c’è chi ha applaudito all’iniziativa e chi l’ha criticata, ma c’è anche chi ha tentato di mettere a confronto vari musei mondiali, senza rendersi conto che molto spesso si tratta di realtà difficilmente paragonabili. Gli Uffizi occupano una superficie di circa 15mila mq, mentre il Louvre di Parigi supera i 200mila mq. Così come è complesso fare confronti tra le opere (ad esempio, la Gioconda di Leonardo con la Venere di Botticelli, o la Nike di Samotracia con la Medusa di Caravaggio).
S è difficile e fuorviante confrontare le varie realtà museali, è il pubblico (e i media poco inclini alla critica e all’approfondimento) che ne decreta il successo e proprio per questo la crescita del 25% del costo del biglietto del più visitato museo italiano fa discutere. “Io sono assolutamente d’accordo con l’aumento del prezzo del biglietto degli Uffizi – dice Patrizia Asproni, Presidente della Fondazione Industria e Cultura – perché un museo come gli Uffizi, soprattutto adesso con la crisi energetica in atto, ha dei costi molto onerosi. L’aumento è previsto in alta stagione e andrà a impattare non certo sul turismo stanziale, ma quello più veloce che arriva e se ne va in poco tempo. Oggi 25 euro non rappresentano una cifra impossibile, anche perché nessuno si lamenta del prezzo di uno spritz o di una pizza, per cui per me vale la pena spendere questi soldi per il museo. E poi voglio ricordare che ci sono le domeniche gratuite e quindi se qualcuno vuole entrare gratis agli Uffizi lo può fare. Inoltre, il museo ha previsto una serie di riduzioni e di facilitazioni che possono essere usufruite da tutti”. Asproni cita, a questo proposito, l’abbonamento annuale agli Uffizi e ad altri musei come quelli di Palazzo Pitti che “costa 70 euro all’anno, 100 euro per famiglia con due adulti e due minori”. “Mi sembrano opportunità valide per chiunque ami l’arte. Secondo me – ha concluso – si tratta di una politica tariffaria che andava fatta: se uno va negli Stati uniti il costo del Metropolitan, del Moma, dello Smithsonian equivale a quello degli Uffizi e non leggo proteste di nessun genere. Gli italiani che vanno all’estero pagano tranquillamente 40 sterline per vedere una mostra, per cui non capisco le proteste per i 25 euro agli Uffizi”.
Di parere opposto Caterina Bon Valsassina, già direttrice generale della Ricerca ed Educazione del ministero: “Costa 25 euro l’abbonamento alla Galleria Nazionale dell’Umbria per un anno, per i residenti. So che il museo fiorentino ha delle tariffe particolari per le famiglie, ma così di botto 25 euro… anche se il ministro Sangiuliano ritiene che dobbiamo far pagare di più gli ingressi, bisogna capire qual è lo scopo di un museo. Cioè se è quello di avvicinare più persone possibile e conquistare anche pubblici che normalmente non andrebbero al museo, oppure bisogna far cassa. Ecco, tra le due cose occorre trovare un equilibrio, anche perché una famiglia di quattro persone maggiorenni spenderebbe 100 euro e quindi più difficilmente ci andrà, senza contare le code, le prenotazioni etc.. è sicuramente un provvedimento diretto ai turisti, a persone che frettolosamente transitano da Firenze. Certo non fidelizza i residenti, i toscani, persone che potrebbero tornare sei o sette volte in un anno. I 25 euro del biglietto della Galleria dell’Umbria fanno sì che se una persona vuole entrare tante volte nel museo per vedersi una sola opera lo può fare. La chiave è fare un biglietto che vale tutto l’anno – ha aggiunto – e scegliere liberamente quando andare nel museo. Una politica molto differente da quella degli Uffizi”.
Estremamente più tranchant il giudizio di Antonio Natali, che fu Direttore degli Uffizi durante il periodo di Soprintendenza di Antonio Paolucci e di Cristina Acidini, dal 2006 al 2015. «Da una parte – dice lo storico dell’arte – mi verrebbe da dire che è giusto aumentare il prezzo del biglietto così si sfoltisce un po’ la folla e il museo potrebbe tornare a essere visitabile con più tranquillità. Però la mia ideologia mi impedisce di preferire lo sfoltimento perché questo riguarderebbe principalmente alcune fasce di popolazione. Perché una famiglia con tre figli non potrà entrare agli Uffizi, perché andrebbe a spendere sugli 80 euro. Questo mi dimostra che non hanno alcuna idea di avvicinare più gente all’arte per motivi educativi, ma praticano l’ideologia di chi non si interessa del popolo».
Malumori anche da parte del personale che lavora nel museo: se da un lato c’è chi afferma che «è troppo facile aumentare il costo del biglietto, mentre occorrerebbe dar qualcosa in cambio, come l’abbattimento delle varie code (oltre quella dell’entrata ci sono poi i tempi d’attesa per il varco del metal detector e del guardaroba che non accetta indumenti) e magari anche qualche guida specializzata proprio del museo», dall’altro c’è chi si preoccupa dell’ormai prossima apertura di nuove sale: «questa sottintenderà l’utilizzo di un numero più ampio di personale. Ma con tutti i problemi che si sono verificati durante il ponte di Ognissanti, come si farà? L’aumento del prezzo del biglietto certo tali questioni non le risolve».