Il vaccino Pfizer contro le varianti Omicron Ba.4 e Ba.5 potrà essere usato come richiamo anche nei bambini tra i 5 e gli 11 anni. Lo ha deciso il ministero della Salute che ha pubblicato la circolare che recepisce il parere della Commissione tecnico scientifica dell’Agenzia del farmaco. In particolare il vaccino è raccomandato per i più piccoli con “condizioni di fragilità” ma, su richiesta dei genitori, può essere somministrato anche agli altri bambini compresi in quella fascia di età.
La Commissione Tecnico Scientifica di AIFA, nella seduta del 5 dicembre 2022, accogliendo il parere espresso dall’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) aveva già autorizzato la formulazione Original/Omicron BA.4-5 (5/5 microgrammi). In particolare, con la circolare, si legge nel testo, “si estende la raccomandazione della dose di richiamo ai bambini nella fascia di età 5-11 anni (compresi), che presentino condizioni di fragilità tali da esporli allo sviluppo di forme più severe di infezione da SARS-CoV-2”. “Inoltre – si precisa – tenuto conto dell’indicazione di utilizzo autorizzata da EMA e AIFA, tale formulazione potrà essere resa disponibile anche per il richiamo dei bambini, nella fascia di età 5-11 anni (compresi), che non presentino tali condizioni, su richiesta del genitore o di chi ne ha la potestà genitoriale”.
Intanto, l’ultimo report dell’Istituto superiore di sanità sul Covid, dal titolo “sorveglianza, impatto delle infezioni ed efficacia vaccinale“, ribadisce l’importanza della quarta dose, in particolare nelle persone over 80 e nella popolazione tra i 60 e i 79 anni.
Secondo il report nella popolazione “di età 60-79 anni per i non vaccinati il tasso di mortalità risulta tre volte più alto rispetto ai vaccinati con booster e quattro volte più alto rispetto ai vaccinati con quarta dose da meno di 120 giorni”. Mentre negli over 80 non vaccinati, secondo i dati raccolti dal 18 novembre al 18 dicembre 2022, la mortalità “risulta quasi sei volte più alta rispetto ai vaccinati con dose addizionale/booster, e, rispettivamente, dieci volte e quasi cinque volte e mezzo più alto rispetto ai vaccinati con 2° dose booster da meno di 120 giorni e da oltre 120 giorni”.