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Conti correnti, la bastonata del 2022. Costi in aumento di 132 euro. Eppure le banche beneficiano dell’aumento dei tassi

Salgono i tassi che le banche applicano a mutui e prestiti ma restano inchiodati a zero quelli sui conti correnti che anzi vedono salire le spese. I rincari sono particolarmente forti (fino a + 26%) per i conti on line che rimangono comunque più economici di quelli tradizionali

Mentre i tassi che le banche fanno pagare per erogare mutui e prestiti salgono, gli interessi sui conti correnti (cioè i soldi che noi prestiamo alle banche) restano inchiodati a zero. Peggio ancora. i costi di gestione salgono. Secondo quanto segnalano Osservatorio ConfrontaConti.it ed SOStariffe.it e riporta il quotidiano La Stampa, nel 2022 il costo di un conto è salito in media dell’8% con un esborso aggiuntivo per ogni correntista di 132 euro. I rincari riguardano un po’ tutto, dalla semplice gestione del conto, ai prelievi allo sportello e ai bonifici. Particolarmente marcati i rincari per i conti on line, in alcuni casi si arriva ad aumenti del 26% nonostante questi prodotti si fossero in origine presentati sul mercato declamando condizioni vantaggiose in termine di spese. I conti on line rimangono meno costosi rispetto a quelli tradizionali ma il gap si sta assottigliando

Le banche fanno spallucce, c’è chi si difende invocando l’inflazione chi il costo di mantenere attive filiali sul territorio con una clientela che diminuisce. Sta di fatto che nel frattempo i tassi praticati ai clienti che chiedono soldi sono in continuo aumento. Secondo Banca d’Italia i tassi di interesse sui mutui comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, Taeg) sono cresciuti in novembre al 3,55% contro il 3,23% di ottobre. I tassi sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono passati al 9,25% (8,93 nel mese precedente). I tassi di interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie sono stati pari al 2,94 per cento (2,54 nel mese precedente).

Una dinamica naturale visto che dallo scorso luglio la Banca centrale europea ha iniziato ad alzare il costo del denaro (in sostanza gli interessi che le banche pagano per prestarsi tra loro i soldi depositati presso la Bce) e questo ha un effetto a cascata su tutti i tipi di finanziamento. Negli anni scorsi i tassi della Bce erano finiti persino in territorio negativo (in sostanza le banche venivano pagate per prendere soldi) e in alcuni paesi, soprattutto del Nord Europa, questa situazione ha portato alcuni istituti ad offrire alla clientela mutui a tassi negativi (si rimborsava una somma finale più bassa di quella chiesta in prestito). Ora le cose stanno cambiando e ritornando verso la normalità, le banche se ne sono accorte, i loro clienti no.