Ma l’amore che – col passare dei mesi e degli anni – non viene ucciso dagli sbadigli esiste? All’interrogativo risponde Stefano Bon nel libro Così come sei, uscito nell’aprile 2021 per Clown Bianco edizioni.
I protagonisti del libro sono tre. Un uomo e una donna, dei quali non sapremo il nome, e un appartamento di una cittadina italiana non lontana dal mare, ma senza nome.
La storia di questo amore dura tanto ma tanto: quarant’anni, passando per il delitto Moro per arrivare ai social (del tutto ignorati dai due protagonisti) e si concluderà… finché morte non ci separi.
Accanto ai due qualche co-protagonista, comunque importante: una vecchia Renault, una latteria dove fare colazione, gli amori segreti di una zia morta zitella, il mare non lontano.
I due protagonisti hanno una loro vita, ma fin da quando si conoscono stringono un patto. Ecco, la singolarità narrativa di questo libro sta proprio in questo: nel patto. Si tratta di un’alchimia con solo due elementi: il mistero e l’attesa. I due protagonisti – benché la tentazione di sapere “cose” sull’altro sia forte – decidono di non chiedere nulla né sul passato né sul presente. Per quarant’anni in entrambi si perpetua così la domanda che non deve essere mai pronunciata: ti amo ma chi sei quando non ci vediamo? Accanto alla domanda c’è la risposta: ti amo perché non so chi sei.
Accanto al mistero c’è il secondo elemento, non meno importante, l’attesa: perché i due si vedono, ma del tutto casualmente, incontrandosi nell’appartamento di una vecchia zia di lui, e questo appartamento è l’isola, il rifugio che tutti vorremmo avere; è dove fanno sesso sfrenato, oppure dove stanno abbracciati come fratello e sorella, oppure dove ballano, ridono, piangono, ed è dove – succede spesso – uno dei due dice all’altro, spiazzandolo: “per un po’ non ci vedremo, ora vado”. Ed è un “ora vado” senza tempo, una dolce tortura, insomma. Lui o lei se ne va e l’altro aspetterà settimane, mesi, anche un anno, ascoltando una vecchia radio; le pagine più belle di Bon sono proprio quelle dell’attesa: a cinquant’anni e più non vedi l’ora di rivedere l’altro; è la magia dell’amore con non conosce pantofole e noia e che mai li ha conosciuti. L’amore che dura, insomma.
Nel romanzo, che si divora come un giallo e che ha l’indubbio pregio dell’originalità, l’autore ha inserito alcune poesie di Livia Santini. La più importante è questa; ci parla dell’amore, della morte, del tempo. E del libro…
Resta quel che resta,
Resta ciò che anche oggi vedo.
La fotografia sulla scrivania disordinata.
Il pettine in bagno,
o un rossetto abbandonato
Dunque resterà ancora questo?
Dopo, voglio dire,
dopo di noi.
Trecento pagine, alcune fanno male perché Bon sul dolore non fa sconti, alcune fanno incazzare, perché ti ritrovi con dei protagonisti piccolo borghesi con manie da piccolo borghesi, altre ti commuovono, perché i due son come ci sentiamo un po’ tutti in tanti frangenti della vita: soli con i nostri ricordi. Nient’altro.
Stefano Bon è nato a Ravenna nel 1963. È stato cantante e autore di testi del gruppo rock The Streamers e autore di tre romanzi. Insieme a Matteo Cavezzali cura la rassegna letteraria “ScrittuRa Festival”. Così come sei, Stefano Bon, Clow Bianco edizioni.