Sono arrivati manifestanti da tutta Italia ieri in Largo Giovanni XIII per il sit-in organizzato da Pietro Orlandi in occasione del compleanno di sua sorella Emanuela, a pochi giorni dall’apertura delle indagini sulla misteriosa scomparsa della cittadina vaticana a soli 15 anni, nel 1983. La clamorosa decisione da parte della Santa Sede arriva a pochi giorni dalla scomparsa di Papa Benedetto XVI. Oggi, Emanuela, avrebbe 55 anni ma quale sia stato il suo destino è ancora un mistero. “Come ho sempre detto e le mie parole non posso rimangiarmele, in Vaticano sono a conoscenza di tutto – ha detto Orlandi – Se c’è la volontà, basta raccontare i fatti come stanno, l’inchiesta la aprono e la chiudono subito. Ho scritto nel manifesto del sit-in una frase dedicata agli ultimi tre Papi: il silenzio li rende complici. Per Ratzinger e Wojtyla è stato così, loro ormai sono morti e non possono fare più niente. Sono rimasti nel silenzio. Anche se in questi ultimi dieci anni Papa Francesco è stato complice di questo silenzio, io mi auguro e lo dico sinceramente, che abbia deciso per una svolta. Magari non essendoci già Wojtyla e non essendoci più neanche Ratzinger, può darsi che lui abbia preso una sua decisione, è quello che mi auguro”. Presente anche l’avvocata Laura Sgrò: “La magistratura vaticana basta che riapra le nostre prime istanze, per andare leggersi le richieste alla procura di Roma, cercare i nomi che hanno attinenza col caso di Emanuela e interrogarli subito. Basta prendere quegli elenchi. Io partirei dal cardinale Giovanni Battista Re. Ci sono almeno una decina di persone da convocare e che sono reperibili e alla loro portata: il cardinale Tarcisio Bertone, monsignor Ganswein (il braccio destro di Ratzinger Padre Georg, ndr), l’ex vice capo della gendarmeria vaticana Costanzo Alessandrini. La lista è lunga”.