"Riù è ormai anziano, rassegnato e infelice", dicono gli animalisti. I vertici della struttura raccontano una storia diversa: "Ipotesi dettate dal buon cuore, ma non dalla scientificità dei dati acquisiti"
L’associazione Meta Parma ha raccolto cinquantamila firme con una petizione online per liberare Riù, un gorilla che vive nello zoo Safari di Fasano dal 1994 e che gli animalisti considerano solo e triste. Non la pensa così la direzione zoologica del parco faunistico: “Dai dati in nostro possesso non risulta questo – è la posizione ufficiale data a ilfattoquotidiano.it – Il gorilla è seguito anche dal punto di vista psicologico da etologi, gioca e interagisce anche attraverso test sperimentali quotidiani gestiti dalle nostre etologhe che si dedicano a lui”.
Riù è stato catturato in Africa da piccolo e portato in Italia per essere venduto al circo Medrano. Successivamente è stato portato nello zoo Safari di Fasano insieme al suo compagno Pedro, con cui ha condiviso lo stesso spazio fino alla morte di Pedro nel 2008. “Destinati a essere messi in vetrina a vita“, scrivono gli animalisti che chiedono allo zoo di dichiarare la disponibilità a lasciar andare Riù e di farlo trasferire in un altro luogo, lontano dai uristi. “Riù è ancora rinchiuso nello zoo pugliese, da solo ormai, perché il suo compagno di sventura Pedro lo lasciò il 13 dicembre del 2008, morendo dopo una breve malattia. Ora dopo tanti anni Riù è ormai anziano, rassegnato e infelice, così infelice da essere chiamato il gorilla triste” scrive l’associazione nella petizione. La struttura faunistica, dal canto suo, spiega: “Che il gorilla si senta solo o che sia triste sono ipotesi dettate dal buon cuore, ma non dalla scientificità dei dati acquisiti. La solitudine è prevista anche in natura per gli esemplari anziani maschi che vivono quindi lontani da qualsiasi altro consimile”.
Sempre la struttura in provincia di Brindisi – meta ogni anno di centinaia di migliaia di visitatori – ha spiegato che presto potrebbero esserci cambiamenti: “Prossimamente avremo un incontro con l’EEP, il Comitato internazionale dedicato a questa specie, per valutare con il coordinatore Neil Bemment, uno dei massimi esperti di gorilla, la possibilità di migliorare ulteriormente la struttura, già migliorata, ampliata e ristrutturata più volte in questi anni. Poi, a seguito di una valutazione quantitativa e qualitativa della futura struttura, decideremo insieme se affiancare al gorilla una compagna o altro esemplare da altro Parco zoologico, come auspichiamo e chiediamo da decenni”. Ma il problema per gli animalisti è tutt’altro: “Con il suo sguardo infelice e la sue espressione saggia, così dignitosa nonostante la sua tristezza, manda un messaggio forte e chiaro, che arriva a chi può recepirlo: il vero problema è la libertà negata“.