Il governo tedesco vuole finanziare le pensioni ricorrendo al mercato dei capitali. Venerdì scorso il ministro delle Finanze Christian Lindner (FDP) ha presentato il progetto che prevede investimenti di almeno dieci miliardi all’anno sul mercato finanziario internazionale per i prossimi quindici anni, per realizzare un fondo con cui assicurare la stabilità delle pensioni. Si tratta in sostanza di passare dal modello puramente sociale basato sui contributi ad un modello liberal-sociale, ha spiegato Lindner. La giustificazione è che solo così si potrà mantenere l’impegno di non abbattere le pensioni e di non alzare l’età pensionabile. Il sistema pensionistico tedesco, come quelli di altri paesi, è infatti in difficoltà per ragioni demografiche. Un numero crescente di pensioni si appoggia su una cerchia sempre più ridotta di contribuenti. Già adesso lo Stato tedesco deve integrare i fondi esistenti con altri introiti erariali. Nel 2022 oltre 100 miliardi, pari ad oltre il 30% delle pensioni erogate. La tendenza è in crescita e si stima che dal 2027 lo Stato dovrà sopperire con almeno 128 miliardi all’anno.
“Per mantenere la promessa di assicurare le pensioni in modo equo tra le generazioni, avvieremo una parziale copertura sul mercato dei capitali, volta alla stabilizzazione di lungo termine del livello delle prestazioni pensionistiche e delle contribuzioni” ha dichiarato Lindner. Il nuovo fondo integrerà il sistema contributivo attuale. Ai due pilastri dei versamenti e delle sovvenzioni integrative statali, si aggiungerà così un terzo di riserva azionaria, che rinforzerà i primi due, senza però sostituirli. Nel bilancio per il 2023 sono previsti crediti per dieci miliardi per creare il capitale di base che si accumulerà per legge fino ad almeno il 2037 ed eventualmente oltre. Verso la fine degli anni 2030 sarebbe così data stabilità ad un sistema altrimenti destinato al collasso. Fino alla prima fruibilità delle rendite dal fondo generazionale, il governo intende garantire la sostenibilità delle pensioni allargando la base dei contribuenti favorendo l’accesso di mano d’opera qualificata straniera, ampliando il lavoro femminile a tempo pieno migliorando la sostenibilità di famiglia e lavoro, nonché rendendo più attrattiva la permanenza volontaria in attività.
Sugli investimenti concreti non dovranno poi decidere i politici bensì un ente pubblico esterno al governo, la costituenda fondazione Generationenkapital, che dovrà seguire criteri di sostenibilità in un’ottica di rendimento di lungo termine. Gli investimenti non potranno interessare aziende partecipate dallo Stato nell’interesse pubblico. Si incorrerebbe in accuse di dumping. Ammissibili invece in società in cui le partecipazioni pubbliche abbiano solo ragioni storiche, aprendone così la strada ad una privatizzazione. Amministratrice delegata in pectore di Generationenkapital potrebbe essere Anja Mikus, che vanta oltre trent’anni di esperienza nel settore e dirige già dalla sua creazione a Berlino nel giugno 2017 la fondazione KenFo, la più grande di diritto pubblico in cui le società di gestione delle centrali nucleari hanno versato 24 miliardi per coprire in ottant’anni lo smaltimento delle scorie nucleari.
I critici sostengono che il ricorso al mercato azionario, che è fluttuante, toglierà invece sicurezza ai fondi pensione. Michaela Engelmeier, presidentessa della Federazione tedesca delle associazioni sociali (SoVD) ha dichiarato ai quotidiani del gruppo Funke “siamo convinti che sul mercato azionario non si possa fare una buona politica previdenziale. Le persone hanno bisogno di sicurezza per la vecchiaia”. Il Ministro del lavoro Heil, ha chiarito che lo Stato non intende però investire direttamente i gettiti dei contributi, che continueranno a servire a pagare le pensioni in erogazione, bensì costituire una riserva con crediti assunti sul mercato a condizioni più favorevoli rispetto alla loro successiva rendita, sopportando i rischi per le eventuali perdite. Christian Lindner, nel presentare il progetto, non ha peraltro escluso che in futuro anche quota dei contributi individuali fluiscano nella fondazione per generare una rendita come nel modello svedese, ha presentato anzi questa possibilità come il traguardo finale cui tendere. La legge con tutti i dettagli sarà presentata nelle prossime settimane al Parlamento.
D’altronde lo stesso ministro delle Finanze, fedele alla sua matrice liberale, consiglia sempre anche la costituzione di una pensione integrativa privata come terza colonna, oltre a quella statale ed a quella aziendale. Il principale sistema finora in Germania è il modello Riester (coesistente con il precedente Rürup) che prevede una tutela previdenziale individuale con sostegno pubblico, sottoscritto con un’assicurazione privata. Ma le modeste rendite ne hanno determinato lo scarso successo. Lindner, auspica apertamente maggior ricorso alla previdenza sociale individuale e vuole renderlo più attrattivo e sicuro. Ha ipotizzato come possibili alternative future l’esempio statunitense di versamenti in un deposito speciale le cui rendite godano di sgravi fiscali, oppure in un nuovo prodotto previdenziale dovendo scegliere obbligatoriamente tra uno pubblico od uno privato paragonabile. Il ministro ha anche delineato il progetto di creare una piattaforma con la collega dell’Istruzione per l’educazione finanziaria ed abbattere le paure verso la previdenza privata.