L’appuntamento con le elezioni regionali si avvicina e si alza il livello dello scontro tra i candidati. Anzi, in questo caso a sollevare una polemica è un leader nazionale, Carlo Calenda, che lancia strali contro un’iniziativa che l’organizzazione WikiMafia propone nelle campagne elettorali (lo aveva fatto anche la scorsa estate, prima delle politiche). Un titolo semplice: “Parlate di mafia”. Si tratta di un invito che viene fatto ai candidati presidente e ai candidati consiglieri, che si traduce poi in una classifica man mano che questi rispondono o non rispondono. L’ultimo aggiornamento di “Parlate di mafia” per la Lombardia vede questa situazione: Majorino ha accettato il confronto e come lui 63 candidati del centrosinistra. Moratti non ha ancora risposto e delle liste legate alla candidata di Azione solo 11 candidati hanno aderito. Stesso discorso per Fontana, con solo 2 candidati dell’intero centrodestra lombardo ad aver accettato il confronto.
Majorino ha postato la grafica di Wikimafia su quelli che parlano o non parlano di mafia, commentando così: “E ho detto tutto”. E Carlo Calenda ha risposto a stretto giro, sempre su Twitter, commentando accuse che non erano state però formulate, né da Majorino, né da WikiMafia. Ecco il tweet di Calenda: “La trasformazione grillina. Completata direi. Sono mafiosi perché non hanno aderito alla call con un’associazione. Avanti così”.
E ho detto tutto. pic.twitter.com/k2bYJZKBQ9
— Pierfrancesco Majorino (@pfmajorino) January 15, 2023