“Questi non sono degli ambientalisti, sono vandali che meritano di andare in galera“, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, attacca gli attivisti di Ultima Generazione. Il leader della Lega, infatti, commenta così l’ultima azione dei giovani ambientalisti che a Milano hanno imbrattato (con vernice lavabile) la scultura “Love” di Maurizio Cattelan in piazza Affari. “Avete rotto le scatole. Cosa c’entra la difesa dell’ambiente con il fermare il traffico e con l’imbrattamento delle opere d’arte? Prima paghi di tasca tua i danni, e poi stai qualche giorno al fresco a pensare a quello che hai fatto”, incalza Salvini anche lui a Milano per prendere parte alla presentazione dei candidati della Lega alle elezioni regionali in Lombardia.
Il leader della Lega, così, auspica il carcere per i giovani protagonisti delle recenti azioni di disobbedienza civile. E lo dice dopo i 3 arresti seguiti al blitz con la vernice contro la facciata di Palazzo Madama: in questo caso gli ambientalisti rischiano fino a 5 anni per una vernice lavabile proprio grazie al dl sicurezza bis dello stesso Salvini. C’è poi il caso di Simone Ficicchia, anche lui attivista di Ultima generazione, che, per avere partecipato a numerose azioni, ha rischiato l’applicazione del “Codice Antimafia” e la sorveglianza speciale (il pm ha invece chiesto per lui solo la sorveglianza semplice). “La repressione della disobbedienza civile ha portato già a migliaia di arresti nel 2022”, denunciano gli attivisti.
L’ultima azione “nonviolenta”, quella contro il basamento dell’opera conosciuta come “Il Dito” di Cattelan, è stata rivendicata con una nota da Ultima Generazione. Gli attivisti hanno esposto uno striscione con la frase “Stop sussidi al fossile” rivolta verso due delle principali banche italiane citando il caso del villaggio di Lutzerath, in Germania, che ha suscitato scalpore internazionale. “Lo facciamo per mandare un messaggio chiaro: questo è un luogo simbolo dell’indifferenza rispetto al collasso climatico ed ecologico, qui si muovono molti soldi che vanno alle industrie del fossile” ha spiegato Leonardo, attivista di Ultima Generazione. “La dimostrazione di queste ingiustizie è oggi sotto i riflettori per lo sgombero in corso in Germania nel villaggio di Lutzerath“, si legge nel comunicato che ricorda che “RWE, l’industria del carbone che sta ingrandendo i propri siti produttivi nel piccolo paese tedesco, avrebbe ricevuto finanziamenti anche dalle banche italiane. Secondo ReCommon e GreenPeace Italia, infatti, Intesa Sanpaolo ha investito nella società multi-utility RWE, 135 milioni di euro. Anche UniCredit ha sostenuto l’azienda tedesca con 226 milioni di euro nel 2021″.