Dopo una crescita costante da quando è a Palazzo Chigi, la premier registra la prima battuta d'arresto. La rilevazione di Euromedia Reasearch per La Stampa segnala un calo della fiducia nei confronti della presidente del Consiglio e del suo esecutivo, ma anche un leggero calo nei sondaggi. Crescono le opposizioni: M5s seconda forza, il Pd risale di un 0,9%
Giorgia Meloni ha provato anche a citare Garibaldi per rilanciare l’azione del suo governo. “Qui si fa l’Italia e si muore”, ha detto la premier. Poi è arrivato anche l’altolà agli alleati: “Basta mettere i bastoni fra le ruote”. Un tentativo di ricompattare il centrodestra e prova a ripartire dopo il primo vero passo falso del suo esecutivo: la gestione del caro benzina e lo scontro sulle accise. Per la prima volta da quando meno di 3 mesi fa si è insediata a Palazzo Chigi, Meloni registra infatti un calo della fiducia nei suoi confronti e dei consensi verso il suo partito. Una frenata raccontato dal sondaggio del 10 gennaio di Euromedia Reasearch per La Stampa. L’istituto diretto da Alessandra Ghisleri segnala con il nuovo anno la fiducia nei confronti della premier Meloni sia scesa di 1,4 punti percentuali, dal 39,9 al 38,5%. Allo stesso modo, anche il governo ha perso il 2,5%, passando dal 39,2 al 36,7%. Un calo che si rifletti anche nelle intenzioni di voto: tutti i partiti del centrodestra perdono potenziali elettori.
È già la fine della luna di miele tra esecutivo e cittadini? Non ancora, secondo Ghisleri, che sottolinea però come l’aumento delle bollette e la corsa dell’inflazione si siano già fatti sentire per le tasche degli italiani nel corso dell’autunno. L’80,5% degli intervistati ha percepito una crescita del costo della luce, il 77,5% del gas e addirittura il 94,4% della benzina. Il caro carburanti di inizio 2023, con lo stop al taglio delle accise, è arrivato in questo contesto e quindi anche in termini di consenso rappresenta il primo vero ostacolo per il governo e il centrodestra. Lo dimostra quanto emerge dal sondaggio: oltre un italiano su due, il 52,3%, boccia l’esecutivo Meloni nella gestione di inflazione, carovita, caro-bollette e caro-benzina. Non solo, appena il 26% degli intervistati promuovo l’azione di Palazzo Chigi su questi temi. E tra gli scontenti ci sono anche un 12,1% di elettori di FdI, un 14,8% di leghisti e un 29,7% di sostenitori di Forza Italia.
Questo malcontento si riflette nel calo della fiducia nei confronti della premier Meloni e del suo governo, anche se Ghisleri sottolinea come la presidente del Consiglio resti nel centrodestra la leader più apprezzata. Ma comincia a produrre i primi effetti anche sulle intenzioni di voto: Fratelli d’Italia, in crescita continua da dopo le elezioni, resta ampiamente il primo partito con il 28,2% ma subisce la prima battuta d’arresto, un -0,4%. A Lega e Forza Italia va peggio: il partito di Matteo Salvini scende al 9% (-0,7), mentre quello di Silvio Berlusconi è al 7% (-0,8). Chi recupera qualche decimo percentuali sono le opposizioni. Il Movimento 5 stelle è ormai stabilmente seconda forza con il 17,5% e registra un +0,3%. Il Partito democratico si rianima, secondo Euromedia research, e con un +0,9% risale al 16,7%. Nonostante non sieda tra i banchi della maggioranza, cala anche il polo di Azione e Italia Viva: -0,2% e un totale di 8,3% dei consensi.