Milano non è l'unica a rallentare, ecco la situazione nella città che hanno già introdotto la riduzione della velocità: nella capitale francese risultati ancora deludenti sull’inquinamento acustico. Positivi invece gli esempi di Bruxelles, Zurigo e Bilbao con un calo della mortalità sulle strade (-25% in Belgio) e del rumore. Per il sindaco di Grenoble, Capitale verde europea, i limiti di velocità “cambiano l’approccio al centro urbano e alla cura degli altri”
Milano non è l’unica in Europa a rallentare. Da Grenoble, a Bruxelles, fino a Barcellona, Berlino e Londra (in alcune zone), sono diverse le città che hanno adottato o stanno andando verso il limite di velocità di 30 chilometri all’ora in ambito urbano, come pensa di fare il capoluogo lombardo sotto la giunta di Beppe Sala. Il caso più discusso è quello di Parigi, dove i risultati della misura – introdotta dalla sindaca socialista Anne Hidalgo da luglio 2021 – sono stati altalenanti, soprattutto sulla riduzione dell’inquinamento acustico. La riduzione degli incidenti stradali e i dati sulla qualità della vita nelle altre città però fanno ben sperare.
Parigi e il resto della Francia – A un anno dall’adozione della Zona 30 nella maggior parte delle vie del centro il dato sulla velocità media a 12,9 chilometri all’ora a settembre 2022 nella capitale può sembrare deludente. Il calo rispetto allo stesso periodo del 2021 è stato infatti solo dell’1,5%, secondo l’Observatoire parisien des mobilités, senza una sostanziale diminuzione degli incidenti stradali. Anche la riduzione dell’inquinamento acustico è inferiore alle aspettative. Se per l’assessore all’Ambiente dei Verdi David Béliard si è già ridotto di 3 decibel nella città più rumorosa d’Europa, l’osservatorio di Bruitparif stima solo un -1,4 decibel. Il traffico però non ha risentito del nuovo limite di velocità. Anzi è diminuito, del 3,3% sull’anno e dell’8,9% sui due anni. Per valutare il cambiamento in casi come questi però non bisogna guardare alla “velocità media – ha spiegato in un’intervista alla televisione Lci il sindaco di Grenoble, Eric Piolle – A cambiare davvero è l’approccio al centro urbano. Il modo di fare attenzione agli altri, soprattutto ai pedoni e a chi usa la bicicletta”. Anche la cittadina francese è diventata Zona 30 dal 2016. La velocità media inizialmente era scesa solo di 1,6 chilometri all’ora (da 18,9 a 17,3). La riduzione della mortalità legata agli incidenti stradali però aveva toccato il 70%, così come a Lille e Nantes. Le sue dimensioni (425mila abitanti con i comuni limitrofi) sono ovviamente inferiori a quelle di Parigi, ma la sua qualità di vita e ambientale gli sono valse l’anno scorso il titolo di Capitale Verde e un finanziamento di 350mila euro dalla Commissione Europea.
Zurigo e Bruxelles, due esperimenti riusciti – Un recente sondaggio sulle Zone 30 e 40 in città ha raccolto molta soddisfazione tra i residenti della cittadina svizzera. I tempi di percorrenza si sono leggermente allungati, dai 10 ai 30 minuti in più. Il limite però – spiega un report dell’Agenzia europea per l’ambiente – ha permesso di abbattere l’inquinamento acustico in media di una cifra tra i 3 e i 5 decibel. Entro il 2030 il Comune prevede di aggiungere 120 chilometri alle strade rallentate e altri 30 con limiti solo notturni, migliorando la qualità del sonno e quindi la salute di 950mila persone. In tutta la Svizzera inoltre dall’introduzione delle prime Zone 30, nel 2000, gli incidenti automobilistici sono calati del 15% e i feriti del 27%. In Austria invece negli anni Novanta solo il 44% dei cittadini approvava il limite di 30 chilometri orari. Oggi il consenso per la misura è salito all’80%. A Graz, dal 1986, ha portato progressivamente a dimezzare la mortalità sulla strada e a fare scendere di 2 decibel l’inquinamento acustico. L’esperimento sembra aver funzionato anche a Bruxelles. Nella capitale del Belgio il limite è stato introdotto a inizio 2021. Sei mesi più tardi si segnalava una riduzione tra il 7% e il 19% della velocità media, con i tempi di percorrenza rimasti inalterati. La vera vittoria, almeno sul breve periodo, è stata però il calo degli incidenti stradali (-20% nei primi due trimestri). Per dare un altro termine di paragone, sono stati 635 nei primi quattro mesi del 2021, contro gli 814 dello stesso periodo dell’anno prima. Il numero era già in calo: erano stati solo 708 a fine 2020, anche la mortalità però ha segnato una battuta d’arresto, con un -25% nei primi sei masi dall’introduzione della misura. Il rumore percepito invece si è quasi dimezzato con un calo del rumore fra i 2,5 e i 3,9 decibel.
A Bilbao rallenta anche l’inquinamento – In Spagna anche Barcellona e Valencia adotteranno il limite di 30 chilometri all’ora. Il caso più longevo è però quello di Bilbao, nel nord del Paese: nel 2020 ha esteso il provvedimento a tutto il suo territorio, ricevendo, a maggio dello stesso anno, il Premio Europeo per la Mobilità. La città basca ha beneficiato in realtà di anni di mobilità ridotta (che vigeva sull’87% delle strade già prima dell’introduzione della Zona 30), con pochi incidenti stradali e una riduzione degli inquinanti dannosi per la respirazione: del 3% degli NO2 (biossido d’azoto), del 9% NOX e del 12% PM10, o polveri sottili. Gli spostamenti in bici inoltre sono passati dai 320mila del 2018 a 1.791.000 del 2021.