Mogli o compagne che fossero, le donne di mafia sono quasi sempre state in silenzio: senza chiedere, parlare, intromettersi. Zitte. All’ombra dei loro uomini mafiosi, spesso formalmente mariti esemplari. Questa è l’immagine più tradizionale, anche se la storia ha poi raccontato di donne divenute boss, magari dopo l’arresto dei loro compagni. Matteo Messina Denaro, il padrino di Cosa Nostra, di donne nella vita ne ha avute, invece, almeno tre. Ma non si è mai sposato.
La prima è stata Andrea, una giovane austriaca che gli ha fatto perdere la testa. Lavorava in un albergo di Selinunte, che Messina Denaro era solito frequentare con i suoi amici. Di lei si era invaghito anche il direttore dell’hotel. Nel 1991 quest’ultimo viene ucciso a Palermo con due scariche a bruciapelo. Aveva confidato al suo staff che voleva mettere alla porta “questi quattro mafiosetti”. Dopo il delitto, il boss ancora una volta va a trovare Andrea in Austria.
Ma la sua vita sta per cambiare. Prima che nel 1993 inizi la sua lunghissima latitanza Messina Denaro ha una relazione con una donna di Mazara, Sonia. E’ a lei che scriverà di doversi allontanare e di non poterle spiegare quella scelta. Poi iniziano gli anni della clandestinità. La donna con cui il boss ha una relazione stabile si chiama Franca Alagna. E’ lei che il 17 dicembre del 1995 gli dà una figlia, Lorenza Alagna. Per la bimba la madre sceglie il cognome Alagna: il suo e non quello del padre. Il nome è quello della nonna paterna. Due anni fa Lorenza ha avuto un figlio, il nipote del boss. Non gli ha dato il nome del nonno, si è allontanata dalla sua casa di Castelvetrano per vivere libera. Non ha mai incontrato il padre e su Facebook ha scritto: “Quanto vorrei l’affetto di una persona e purtroppo questa persona non è presente al mio fianco e non sarà mai presente per colpa del destino”.
Nella vita del boss, dopo la paternità, irrompe un’atra donna ancora. Nel 1996 intesse una relazione con una palermitana. Si chiama Maria Mesi, è la sorella della segretaria di Michele Aiello, nome celebre nell’isola. Re della sanità e considerato dagli investigatori il prestanome di Bernardo Provenzano. Lei è più giovane di tre anni. E rappresenta, dalle testimonianze raccolte in questi decenni, l’affetto più intenso e appassionato. Non gli fa mancare brucianti attestazioni di amore, attenzioni e premure. Tanto che lui le scrive. “Sei la cosa più bella che ci sia”.
E’ il messaggio affidato a un pizzino, la corrispondenza clandestina che è stata intercettata dagli investigatori. Maria gli risponde. Si firma Mari oppure Mariella: “Avrei voluto conoscerti fin da piccola e crescere con te, sicuramente te ne avrei combinate di tutti i colori perché da bambina ero un maschiaccio”. E così, tra i regali che gli fa, ci sono anche videogame. Lei scrive ancora: “Ti prego, se posso continuare a comprarti io tutto ciò di cui hai bisogno”. Sono le parole di un sentimento femminile totale, una dedizione senza limiti e condizioni.
Dove si incontrano? I sussurri parlano di un appartamento alla periferia di Palermo e di una villetta a Bagheria. Ma sono sempre informazioni raccolte dopo: mai abbastanza tempestive per riuscire a catturarlo. Maria incasserà anche una condanna per favoreggiamento, per averlo ospitato e accompagnato durante la latitanza. Gli appartamenti, i luoghi di rifugio destinati a lui erano intestati a un’amica. E poi? Dopo aver pagato il suo conto con la giustizia Maria è diventata una donna libera. Non ha mai confessato il suo legame con il superlatitante. Dopo di lei ci sono state altre donne nella vita di Denaro?
Nel 2003 qualcuno sostiene di aver visto il boss a Valencia in Venezuela. Era in compagnia di una donna bellissima. Silenziosa.