Qualcuno a quel destino ha dato una mano. Per esempio: come è possibile che un nastro con la voce di Messina Denaro sia rimasto dimenticato negli archivi del tribunale di Marsala per 28 lunghi anni? Chissà se da qualche parte c’è anche una foto recente. Gli ultimi scatti conosciuti sono istantanee ingiallite che ritraggono un giovanissimo Matteo nel giorno del matrimonio della sorella: è sulla base di quelle immagini che viene ciclicamente elaborata la segnaletica del boss, invecchiato artificialmente da un computer. Sappiamo che da allora ha subito un’operazione agli occhi, alla clinica Barraquer di Barcellona. E che, come dicono alcuni testimoni, è ingrassato: ‘u siccu non è più tanto siccu. C’è poi un filmato acquisito dagli investigatori della Dia. Siamo alla fine del 1992, una delle “missioni romane” di Cosa nostra: le telecamere del Maurizio Costanzo Show indugiano sulla platea e a un certo punto inquadrano il volto dell’amico Graviano. L’uomo al suo fianco potrebbe essere Matteo. Così almeno diceva il boss di Brancaccio, intercettato in carcere: “Ero con lui, ci siamo seduti accanto”. Se davvero l’uomo vicino a Graviano è Matteo, allora quel fotogramma è stat l’ultima immagine disponibile di un fantasma, fino al suo arresto. Solo nel 2020, invece, è saltata fuori un’inquadratura di una telecamera di sorveglianza piazzata su una strada in provincia di Agrigento: si vede un fuoristrada e un uomo seduto al posto del passeggero. Si riesce a scorgerne pure un pezzetto di faccia: è quella di Messina Denaro, sostengono gli investigatori. Quel filmato risale al 2009, quando il latitante si muoveva con una carta d’identità regolare, intestata a un’altra persona ed emessa dal comune di Alcamo. All’epoca, raccontano i pentiti, Matteo poteva persino permettersi il lusso di andare allo stadio: mentre mezzo mondo lo cercava, lui guardava il Palermo giocarsi un posto in Champions league. Come è stato possibile?
Mafie
L'UOMO SENZA VOLTO - 9/15
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