Fare ulteriore pressing, dopo che pochi giorni fa il nuovo direttore generale del Mes Pierre Gramegna per il suo primo incontro formale con un leader europeo, sarebbe stato eccessivo. Così dall’Eurogruppo di Bruxelles non sono arrivati altri inviti affinché l’Italia, rimasta l’unica a non averlo fatto, ratifichi la riforma del meccanismo rendendo operativo l’accordo firmato da tutti i Paesi dell’Eurozona il 27 gennaio 2021. La moral suasion però è palpabile dietro le manifestazioni di rispetto per il processo democratico che dovrà passare per un voto parlamentare.
Nessun commento dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, presente al vertice, che ha parlato d’altro. Riferendo per esempio di aver “sollecitato la Bce“, per ridurre l’inflazione, a “segnalare e suggerire lo strumento più utile, ovvero il contenimento dei prezzi energetici”. In Italia però la ormai probabile ratifica non sarà indolore per la maggioranza che sostiene Giorgia Meloni, la quale del resto nel 2019 aveva definito la riforma “una resa incondizionata agli interessi tedeschi“. “Spero sia chiaro a tutti che io non sono entrato in politica per fare il Parlamentare ma sono entrato in politica con uno scopo preciso: salvare il mio Paese dal ricatto europeo che ha avuto come armi spread e Mes”, scrive su Twitter il senatore della Lega Claudio Borghi. “Pertanto è perfettamente inutile che mi chiediate cosa farò…Ovviamente combatterò il Mes con ogni mezzo possibile. Ovviamente non voterò mai qualsivoglia ratifica con qualsiasi postilla o rassicurazione dovesse essere accompagnata”. Intanto i dem salutano con soddisfazioni “segnali chiari di cambio di rotta radicale sul Mes” che fanno presagire “una vera e propria inversione a U, che smentirebbe le posizioni demagogiche e propagandistiche sostenute negli anni”.
“La Germania ha ratificato con successo il trattato rivisto” e “la Croazia sta facendo progressi rapidi per farlo”, ha sottolineato il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe nella conferenza stampa al termine della riunione dei ministri delle Finanze. “E dalla visita a Roma che ho fatto la scorsa settimana voglio riconoscere il lavoro che è in corso su questo importante tema nel governo dell’Italia. Non sarebbe appropriato per noi” indicare come la ratifica dovrebbe procedere perché, appunto, “abbiamo profondo rispetto per il lavoro del Parlamento italiano” e “riteniamo opportuno consentire al governo e al Parlamento italiano di dare a questa questione la considerazione di cui ha bisogno”.
“Ho visitato l’Italia la settimana scorsa”, ha ricordato dal canto suo Gramegna. “Abbiamo avuto incontri costruttivi con il ministro delle Finanze e con la presidente del Consiglio, con buoni scambi di vedute. Ora è tutto nelle mani del Parlamento: l’Italia è una democrazia e dobbiamo rispettare le procedure”. Poi la rassicurazione: “La riforma del trattato una volta ratificata preparerà il terreno per una discussione su come utilizzare meglio il Mes“, visto che l’Ue si trova di fronte a “nuovi tipi di crisi“, come si è visto con la pandemia di Covid-19 e con la guerra in Ucraina. E questo “è un auspicio solo dell’Italia ma anche di molti Paesi”. Meloni, durante l’incontro a Chigi, aveva chiesto “la possibilità di verificare, insieme agli altri Stati aderenti al Mes, possibili correttivi volti a renderlo uno strumento effettivamente capace di rispondere alle esigenze delle diverse economie”.
Il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni dal canto suo si è detto “fiducioso sul fatto che il processo di completamento della ratifica andrà nella giusta direzione. La decisione spetta al governo italiano. Non vedo collegamenti con le elezioni regionali”.
Zonaeuro
Riforma del Mes, l’Eurogruppo: “Rispettiamo il lavoro del Parlamento italiano”. Borghi (Lega): “Non voterò mai la ratifica”
Dai ministri delle Finanze non sono arrivati altri inviti espliciti affinché l'Italia, rimasta l'unica a non averlo fatto, ratifichi la riforma del meccanismo rendendo operativo l’accordo firmato da tutti i Paesi dell'Eurozona il 27 gennaio 2021. Ma la moral suasion è palpabile dietro le manifestazioni di rispetto per il processo democratico
Fare ulteriore pressing, dopo che pochi giorni fa il nuovo direttore generale del Mes Pierre Gramegna per il suo primo incontro formale con un leader europeo, sarebbe stato eccessivo. Così dall’Eurogruppo di Bruxelles non sono arrivati altri inviti affinché l’Italia, rimasta l’unica a non averlo fatto, ratifichi la riforma del meccanismo rendendo operativo l’accordo firmato da tutti i Paesi dell’Eurozona il 27 gennaio 2021. La moral suasion però è palpabile dietro le manifestazioni di rispetto per il processo democratico che dovrà passare per un voto parlamentare.
Nessun commento dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, presente al vertice, che ha parlato d’altro. Riferendo per esempio di aver “sollecitato la Bce“, per ridurre l’inflazione, a “segnalare e suggerire lo strumento più utile, ovvero il contenimento dei prezzi energetici”. In Italia però la ormai probabile ratifica non sarà indolore per la maggioranza che sostiene Giorgia Meloni, la quale del resto nel 2019 aveva definito la riforma “una resa incondizionata agli interessi tedeschi“. “Spero sia chiaro a tutti che io non sono entrato in politica per fare il Parlamentare ma sono entrato in politica con uno scopo preciso: salvare il mio Paese dal ricatto europeo che ha avuto come armi spread e Mes”, scrive su Twitter il senatore della Lega Claudio Borghi. “Pertanto è perfettamente inutile che mi chiediate cosa farò…Ovviamente combatterò il Mes con ogni mezzo possibile. Ovviamente non voterò mai qualsivoglia ratifica con qualsiasi postilla o rassicurazione dovesse essere accompagnata”. Intanto i dem salutano con soddisfazioni “segnali chiari di cambio di rotta radicale sul Mes” che fanno presagire “una vera e propria inversione a U, che smentirebbe le posizioni demagogiche e propagandistiche sostenute negli anni”.
“La Germania ha ratificato con successo il trattato rivisto” e “la Croazia sta facendo progressi rapidi per farlo”, ha sottolineato il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe nella conferenza stampa al termine della riunione dei ministri delle Finanze. “E dalla visita a Roma che ho fatto la scorsa settimana voglio riconoscere il lavoro che è in corso su questo importante tema nel governo dell’Italia. Non sarebbe appropriato per noi” indicare come la ratifica dovrebbe procedere perché, appunto, “abbiamo profondo rispetto per il lavoro del Parlamento italiano” e “riteniamo opportuno consentire al governo e al Parlamento italiano di dare a questa questione la considerazione di cui ha bisogno”.
“Ho visitato l’Italia la settimana scorsa”, ha ricordato dal canto suo Gramegna. “Abbiamo avuto incontri costruttivi con il ministro delle Finanze e con la presidente del Consiglio, con buoni scambi di vedute. Ora è tutto nelle mani del Parlamento: l’Italia è una democrazia e dobbiamo rispettare le procedure”. Poi la rassicurazione: “La riforma del trattato una volta ratificata preparerà il terreno per una discussione su come utilizzare meglio il Mes“, visto che l’Ue si trova di fronte a “nuovi tipi di crisi“, come si è visto con la pandemia di Covid-19 e con la guerra in Ucraina. E questo “è un auspicio solo dell’Italia ma anche di molti Paesi”. Meloni, durante l’incontro a Chigi, aveva chiesto “la possibilità di verificare, insieme agli altri Stati aderenti al Mes, possibili correttivi volti a renderlo uno strumento effettivamente capace di rispondere alle esigenze delle diverse economie”.
Il commissario Ue all’Economia Paolo Gentiloni dal canto suo si è detto “fiducioso sul fatto che il processo di completamento della ratifica andrà nella giusta direzione. La decisione spetta al governo italiano. Non vedo collegamenti con le elezioni regionali”.
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Mosca, 19 feb. (Adnkronos) - "E' necessario ripulire l'eredità dell'amministrazione Biden, che ha fatto di tutto per distruggere anche i primi accenni alle fondamenta stesse di una partnership a lungo termine tra i nostri Paesi". Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov parlando alla Duma all'indomani dei colloqui di Riad, commentando la possibilità di una cooperazione strategica tra Russia e Stati Uniti e aggiungendo che potrebbero essere create le condizioni per colloqui sulla sicurezza e sulla stabilità strategica tra i Paesi.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Il partito di Giorgia Meloni é nei guai fino al collo e la maggioranza spaccata platealmente come dimostra la dissociazione di Forza Italia dalla conferenza stampa dei suoi alleati. Dagli assetti europei alla guerra in Ucraina allo spionaggio con Paragon, dalle parti di Fratelli d’Italia non sanno dove girarsi e allora attaccano l’ex presidente Conte. Era evidente fin dall’inizio l’intento da parte della destra di usare a fini politici la commissione parlamentare sul Covid, ora il re è nudo”. Così Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Stamane alcuni ragazzi sulle scale di Montecitorio hanno gettato dei sacchetti con del cibo che la Gdo cestina ogni giorno per richiamare la nostra attenzione sul Giusto Prezzo e sul fatto che il cibo di qualità sia un privilegio per pochi, al contrario di quello che il Ministro dell’agricoltura Lollobrigida sostiene". Così il capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera
"Mentre solo pochi giorni fa dichiaravano sullo spreco alimentare e sull’importanza di evitarlo, oggi che fanno i Presidenti di Camera e Senato? Fontana li accusa di atti vandalici e La Russa lo ha definito un atto vile. Ma ci rendiamo conto? Questi sarebbero atti vili e vandalici? E cosa facciamo noi per alleviare le sofferenze di quei produttori che nonostante l’inflazione e il caro prezzi non ricevono soldi in più? Cosa facciamo per quei consumatori costretti a rinunciare a proteine e carboidrati, al cibo sano e sostenibile perché troppo costoso? E soprattutto cosa diciamo a dei ragazzi che ci richiamano con parole pulite e striscioni corretti a dare delle risposte concrete senza offendere nessuno?".
"La maggioranza e il governo, il ministro Lollobrigida che oggi attendiamo in Aula dovrebbero rispondere su questo non offendere dei giovani innocenti che si preoccupano giustamente del nostro e loro futuro!”.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Picierno è una signora che ogni mattina si sveglia pensando a una sciocchezza da dire sul Movimento 5 Stelle. Picierno è un'infiltrata dei fascisti nella sinistra. Chiede più guerra, più armi, più povertà, più morti: non ha nulla a che vedere con la sinistra. E' un'infiltrata dei fascisti. Cosa ha in comune con la sinistra chi chiede più armi e più povertà? Picierno lo chiede in ogni situazione". Lo ha detto l'eurodeputato M5S, Gaetano Pedullà, a L'Aria che Tira su La7.
Palermo, 19 feb. (Adnkronos) - E' stato solo momentaneo lo stop della colata lavica di ieri pomeriggio sull'Etna. Come conferma all'Adnkronos Giuseppe Salerno, dell'Osservatorio etneo dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, "la colata lavica è attiva" e prosegue, "e attualmente c'è una eruzione in corso". La colata lavica continua così ad avanzare lentamente lungo il fianco occidentale dell'Etna in direzione Sud-Ovest, attestandosi intorno a 1.800 metri di quota.
Intanto, sui paesini intorno al vulcano continua a 'piovere' cenere lavica. È l'effetto dell'eruzione sommitale in corso sul vulcano attivo più alto d'Europa con una bocca effusiva che si è aperta, l'8 febbraio scorso, a quota 3.050 metri, alla base del cratere Bocca Nuova.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Non so se è chiara la gravità di quello che sta accadendo, ma temo proprio di no. Provo a mettere brevemente in fila i fatti per spiegarlo". Lo scrive Matteo Orfini del Pd sui social.
"Come noto, un software spia (Graphite, prodotto dalla azienda Paragon) è stato utilizzato per spiare attivisti politici e giornalisti come il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato. Quando è emersa la notizia il governo ha negato ogni responsabilità. Ul Guardian ha scritto che a causa dell'uso improprio l'azienda Paragon aveva sospeso il contratto col nostro paese. Il ministro Ciriani ha detto in parlamento che non era vero, e che il software era ancora pienamente operativo. Due giorni dopo le dichiarazioni di Ciriani una nota del governo comunicava la sospensione dell'uso del software stabilita d'intesa con la società che lo produce per consentire approfondimenti sulle violazioni. In realtà a quanto pare la sospensione è stata voluta dalla società produttrice a fronte di un uso improprio del software (quindi Ciriani aveva mentito al Parlamento)".
"Ma chi è in possesso del software? I servizi segreti e le varie polizie giudiziarie che operano per conto delle procure. I servizi hanno smentito risolutamente di aver utilizzato illegalmente il software per spiare giornalisti. Le procure possono utilizzarlo solo per reati gravissimi e onestamente pare assai poco realistico che il direttore di Fanpage sia sotto indagine per terrorismo internazionale. Resta dunque una sola ipotesi, ovvero che sia stato utilizzato illegalmente e autonomamente da un corpo di polizia giudiziaria. Ma quale? Praticamente tutti i corpi di polizia hanno smentito di aver utilizzato lo spyware per intercettare giornalisti e attivisti. A parte uno: la polizia penitenziaria".
"Le opposizioni hanno chiesto chiarimenti al governo che non ha risposto. Oggi alla Camera era previsto il question time, ovvero la sessione in cui i gruppi parlamentari interrogano il governo e i ministri hanno l'obbligo di rispondere. Pd e Iv avevano previsto di chiedere se la polizia penitenziaria avesse accesso o meno allo spyware in questione. Il quesito era stato ritenuto ammissibile dalla presidenza della Camera. Ieri il governo ha fatto sapere che non intende rispondere perché le informazioni sono "classificate", ovvero non divulgabili".
"E' falso -prosegue Orfini-, perché non c'è nulla di classificato nel rispondere si o no a una domanda semplice e trasparente come quella che abbiamo fatto. Sapere se la penitenziaria ha in dotazione il software è una domanda lecita a cui basta rispondere si o no. La polizia penitenziaria dipende dal ministero di giustizia di Nordio. E la delega specifica la ha Delmastro. Voi capite che visti i precedenti dei due la vicenda diventa ancora più inquietante. Un software in dotazione al governo è stato utilizzato illegalmente per spiare giornalisti e attivisti".
"Il governo invece di fare chiarezza e difendere chi è stato spiato illegalmente, sta utilizzando tutti gli strumenti possibili per insabbiare questa vicenda gravissima. E per evitare di rispondere. Il che, in tutta onestà, non fa che aumentare i dubbi e i sospetti. Ah, ovviamente la Meloni è sparita anche in questo caso".
Seul, 19 feb. (Adnkronos/Dpa/Europa Press) - Le autorità di Seul si sono dette disponibili ad accogliere i soldati nordcoreani che sono stati catturati sul territorio ucraino mentre combattevano assieme alle truppe russe e che intendono disertare. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri della Corea del Sud in un comunicato in cui precisa che "i soldati nordcoreani sono cittadini sudcoreani secondo la Costituzione. Rispettare la volontà di questi individui è conforme al diritto internazionale".
Secondo le ultime informazioni, numerosi soldati nordcoreani sono rimasti feriti durante il conflitto, dopo essere stati schierati a sostegno della Russia nel quadro dell’accordo di difesa strategica raggiunto l’anno scorso tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong Un. Le autorità ucraine hanno annunciato la cattura di due soldati nordcoreani che combattevano a fianco delle truppe russe nella provincia russa di Kursk, dove Kiev ha lanciato un'operazione militare l'estate scorsa. Il governo di Kiev ha proposto di restituirli alla Corea del Nord nel caso Pyongyang fosse disposta a facilitare uno scambio con i soldati ucraini attualmente detenuti in Russia.
Da parte sua, il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha stimato che circa 4.000 soldati nordcoreani siano stati uccisi o feriti a Kursk, anche se il numero non è stato verificato. L'annuncio del governo sudcoreano arriva dopo che un soldato ha dichiarato in un'intervista al quotidiano 'Chosun Ilbo' l'intenzione di chiedere asilo alla Corea del Sud. Il ministero sostiene adesso che "non dovrebbero essere rimandati in un luogo dove potrebbero essere perseguitati".