Parte malissimo, rimonta con la sua miglior prestazione in carriera al servizio e alla fine, sul più bello, sbaglia un rovescio che sarebbe valso il passaggio del turno. Quindi si inchina dopo una battaglia di 4 ore e 54 minuti ad Andy Murray, ex numero uno del mondo. Finisce al primo turno l’avventura di Matteo Berrettini agli Australian Open. Presentatosi come numero 13 del tabellone, l’azzurro oltre al match perde anche la Top20 del ranking mondiale dopo oltre 3 anni di permanenza tra i miglior tennisti del pianeta.

L’azzurro perde 6-3, 6-3, 4-6, 6-7 (7), 7-6 (6) dopo aver aver avuto a disposizione un match-point sul 5-4 nel quinto set con Murray al servizio. Avanti 40-30, il romano si è costruito il punto ma il suo rovescio a due mani con il campo ormai spalancato è finito in rete. Berrettini saluta Melbourne nonostante una partita con 31 ace, una delle sue armi più micidiali e mai usata così bene durante una partita. Non è bastato. “Lo scorso anno vinsi al tie-break del quinto (contro Alcaraz, ndr), stavolta è andata male, è il tennis. Fa male perché ho avuto quel match-point, e per una sola palla siamo qui a raccontare una storia diversa da come sarebbe potuta essere. In fondo stiamo parlando del nulla, si potrebbe riassumere tutto con quell’errore sul match-point”, ha detto l’azzurro.

Murray è “impressionante”, ha aggiunto: “Ciò che riesce a fare alla sua età, dopo tutto quello che ha passato, tra l’operazione e tutto il resto. Si vede che ama davvero questo sport e si diverte nel giocare incontri come questo. Io non ho potuto allenarmi come avrei voluto nella pre-season, dunque sono arrivato qui col dubbio di poter giocare cinque set ad alto livello. Sotto questo aspetto, sono contento perché ho dimostrato a me stesso che ero pronto”, ha concluso.

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