Secondo il procuratore di Imperia, Alberto Lari, le gravi lesioni del minore non sono state provocate da "condotte volontarie di percosse", ma sono riconducibili a circostanze ancora da chiarire. Sarà decisiva la testimonianza del bambino. "Ancora le sue condizioni di salute non gli permettono di raccontare ciò che è successo"
Sembrava risolto il caso del piccolo Ryan, il bimbo di sei anni di Imperia che è stato ricoverato in ospedale lo scorso 19 dicembre a Genova in codice rosso. Dopo che il compagno della nonna si era costituito a Ventimiglia – ritrattando quella che era stata la sua prima versione dell’incidente stradale – sembravano chiare le origini delle gravi ferite al polmone, alla milza e alle vertebre che hanno messo in pericolo la vita del bambino. Invece, il procuratore di Imperia, Alberto Lari, intervenuto sulla vicenda, ha dichiarato che l’ipotesi investigativa fatta dagli stessi inquirenti dopo il ritrovamento del bimbo ferito è stata modificata: le gravi lesioni del minore non sarebbero state provocate da “condotte volontarie di percosse”, ma sono riconducibili a circostanze ancora da chiarire. In ogni caso Lari non esclude che in passato il piccolo sia stato oggetto di maltrattamenti, ma su questo, aggiunge, “non è possibile formulare alcuna anticipazione al momento”.
Il procuratore ha chiesto di ridurre l’esposizione mediatica sul caso per tutelare il minore e le stesse indagini. Per chiarire meglio quanto accaduto sarà necessario attendere la testimonianza del minore. Le sue condizioni di salute, per quanto nettamente migliorate, per il momento non consentono di registrare un racconto attendibile, lucido, “scevro da qualsiasi tipo di condizionamento esterno”.
Dopo le prime indagini, il compagno della nonna e la stessa donna erano stati indagati per lesioni gravissime dolose. Oggi, 17 gennaio, il procuratore ha diffuso una nota spiegando che “gli accertamenti sinora effettuati in ordine alla produzione delle più gravi lesioni riportate dal minore, e che ne hanno determinato il pericolo di vita, non paiono ricondurre dette lesioni a condotte volontarie di percosse o maltrattamento”. Sono da chiarire anche le origini delle altre ferite meno gravi, come la frattura di un braccio, che gli stessi investigatori avevano detto essere compatibile con un tentativo di ripararsi dalle percosse. In tal senso, oltre alla testimonianza di Ryan, sarà determinante anche la relazione del medico legale.
Tra le ipotesi sul tavolo da verificare c’è quella che il bimbo possa essere rimasto gravemente ferito nel tentativo di scappare da qualcuno, per motivi che devono essere chiariti. Una ricostruzione, riportata dall’Ansa e definita come “attendibile”, indica che la nonna ha chiamato il padre di Ryan al lavoro per dirgli che il bambino si era rotto un braccio. A quel punto il papà le ha detto di portarlo da lui. Qualcosa potrebbe essere accaduto durante il tragitto. Non viene escluso che il bimbo sia caduto da un’auto in corsa, magari nel tentativo di uscire dall’abitacolo, o per un incidente.