Medico di base di Andrea Bonafede. Quello vero, ma anche quello ‘finto’ cioè Matteo Messina Denaro, che quella identità la utilizzata per nascondere la sua latitanza. Fuori dallo studio in cui riceveva i suoi pazienti, anche candidato, tre volte, per una poltrona: consigliere provinciale prima, quindi nel 2006 cercò di conquistarne una per l’Assemblea regionale siciliana con l’Udc a sostegno di Totò Cuffaro e cinque anni più tardi provò a diventare sindaco di Campobello di Mazara con il Popolo delle libertà.
Alfonso Tumbarello, medico di base di Campobello di Mazara, nel Trapanese, adesso è finito nel registro degli indagati – l’ipotesi per ora è procurata inosservanza di pena aggravata dal metodo mafioso – e la sua abitazione nonché il suo studio sono stati perquisiti: aveva in cura Andrea Bonafede, l’identità falsa utilizzata dall’ultimo boss stragista. Per anni lo ha seguito nell’evoluzione della situazione clinica tra farmaci, visite specialistiche, cure.
Non si è mai accorto del caso di omonimia in un paese di 11mila abitanti? Andato in pensione lo scorso dicembre, Tumbarello è stato interrogato dagli inquirenti subito dopo il blitz con il quale i Ros dei carabinieri hanno catturato ‘u Siccu. A quanto si apprende avrebbe dichiarato: “Non sapevo nulla. Per me lui era il signor Bonafede”. Oltre al camice bianco, tuttavia, Tumbarello sembra aver sempre avuto una passione per la politica.
Nel 2006, dopo essere già stato consigliere provinciale, il medico di Campobello di Mazara si era candidato nella lista dell’Udc a sostegno di Cuffaro, già imputato nel processo che poi lo porterà in carcere per favoreggiamento di Cosa nostra. “Non c’entra niente con me – ha ribattuto Cuffaro – Nel 2006 la mia lista, era la ‘Lista del Presidente’ chiamata ‘Arcobaleno’, e il dottor Tumbarello non era candidato con la mia lista, era candidato nella lista della Udc. Le candidature di Trapani non sono state scelte da me”.
Il medico ottenne 2.697 preferenze, mica poche, ma non bastarono per approdare all’Assemblea regionale. Cinque anni dopo un’altra avventura, fallita anche quella: si candidò sindaco a Campobello di Mazara con il Pdl. Non andò bene, per niente, visto che Tumbarello arrivò addirittura quinto – ottenendo 610 voti, il 7,55% – nella tornata vinta da Cirò Caravà, la cui amministrazione venne poi sciolta per i rischi di infiltrazioni mafiose.
Dal 2011 in poi, è tornato a occuparsi solo della sua professione. Ed era stato lui a stilare una diagnosi per l’accesso di Andrea Bonafede, alias Messina Denaro, all’oncologia della clinica La Maddalena, a Palermo, dopo l’operazione che il boss aveva subìto nell’ospedale di Mazara del Vallo. Gli investigatori vogliono capire quali sono stati i passaggi che hanno portato il boss latitante da lui e quando sono cominciati i loro rapporti. Messina Denaro aveva presentato anche a lui la carta d’indentita e la tessera sanitaria intestate a Andrea Bonafede. E questo ha risposto agli investigatori: “Non sapevo nulla. Per me lui era il signor Bonafede”.