Antonio Panzeri, colui che è considerato il grande macchinatore dello scandalo sulle presunte mazzette pagate da Marocco e Qatar in Ue, diventerà anche il pentito che svelerà il sistema criminale in seno al Parlamento ai procuratori belgi. L’ex eurodeputato di Articolo 1 ha infatti stretto un accordo con la Procura federale belga e ha deciso di collaborare, secondo quanto comunicato dagli stessi investigatori. Racconterà tutta la verità e si impegna a “informare la giustizia e gli inquirenti in particolare sul modus operandi, gli accordi finanziari con Stati terzi, le architetture finanziarie messe in atto, i beneficiari delle strutture messe in atto e i vantaggi proposti, l’implicazione delle persone conosciute e di quelle ancora non conosciute nel dossier, ivi inclusa l’identità delle persone che ammette di aver corrotto”. Il tutto in cambio di un solo anno di reclusione.
La Procura ha accolto la novità definendola una “importante evoluzione” nelle indagini, con uno dei “protagonisti importanti” del dossier, accompagnato dai suoi avvocati, che ha firmato un memorandum con il procuratore federale in base ad alcuni articoli del codice di procedura penale belga che riguardano i “pentiti”. Questo accordo permetterà all’ex sindacalista, che oggi ha visto rinnovarsi la sua detenzione per almeno un altro mese, di ottenere uno sconto di pena che prevederà “il carcere, un’ammenda e la confisca di tutti i vantaggi patrimoniali acquisiti, valutati per ora intorno a 1 milione di euro“. È la seconda volta nella storia della giustizia belga, spiega la Procura, dalla messa in atto della legislazione sui “pentiti”, termine riportato in italiano perché ispirata alla legge italiana che consente le inchieste di mafia, che si arriva alla firma di un memorandum. Nell’interesse dell’inchiesta, “nessun’altra informazione sarà fornita, per ora. La stampa verrà informata di eventuali nuovi sviluppi attraverso un comunicato”.
Nemmeno il tempo di dare l’annuncio che le indiscrezioni sulle dichiarazioni rilasciate da Panzeri ai magistrati, utilizzate dagli inquirenti per richiedere la revoca dell’immunità per gli eurodeputati Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, iniziano a circolare. L’ex eurodeputato ha spiegato al giudice Michel Claise e ai suoi uomini che “l’iniziativa portava avanti in Parlamento era un’iniziativa di lobbying e ovviamente cercavamo dei parlamentari che fossero disponibili ad appoggiare certe posizioni in favore del Qatar. In questo quadro alcuni parlamentari hanno appoggiato tali posizioni per semplice convinzione e io e Giorgi, a volte io da solo, qualche volta Giorgi, li abbiamo invitati a una riflessione su queste posizioni”. Panzeri spiega il metodo persuasivo messo in atto dalla sua ‘squadra’: “Li consigliamo, diciamo loro che ‘sarebbe utile’, ma non tutti sono d’accordo. In un caso, vale a dire quello di Marc Tarabella, è stato ricompensato più volte per un importo totale, a memoria, di 120-140mila euro”. Panzeri racconta di aver dato “più volte il denaro in contanti” a Tarabella. “Talvolta ero accompagnato da Giorgi Francesco. Consegnavo il denaro a Tarabella in luoghi diversi. Il denaro si trovava in sacchi di carta. È cominciato due anni fa”.
Anche alcune dichiarazioni di Francesco Giorgi sono state inserite nella richiesta di revoca dell’immunità per i due eurodeputati socialisti: “I deputati corrotti sono Tarabella e indirettamente Cozzolino. Cozzolino era coinvolto con il Marocco, aveva dei contatti con Atmoun (Abderrahim Atmoun, ambasciatore marocchino in Polonia che secondo chi indaga rappresentava il collegamento tra il gruppo al Parlamento Ue e i servizi segreti di Rabat, ndr) grazie a Panzeri. Panzeri era il presidente della commissione Maghreb, poi ha passato il testimone a Cozzolino. Prendeva delle cravatte o degli abiti. Panzeri ne prendeva anche dopo questo passaggio di testimone. Non conosco gli importi esatti ma sono inferiori a quelli del Qatar, si parla di qualche decina di migliaia di euro“. Giorgi prosegue dicendo che “il Marocco era un Paese molto importante per il signor Panzeri. Vi ha ricevuto la Legione d’onore, aveva molti amici in Marocco. C’era un accordo con l’ambasciatore marocchino in servizio in Polonia. Si chiamava Atmoun Abderrahim. Ha un po’ lo stesso ruolo del ministro del Qatar. Le discussioni vertevano sul controllo dei dibattiti in Parlamento, in particolare gli attacchi dell’Algeria e le questioni geopolitiche tese. Il signor Atmoun veniva a Bruxelles, oppure ci spostavamo da lui a Parigi, nel suo appartamento”.
Panzeri rimarrà comunque in carcere per almeno un altro mese, dopo l’udienza davanti alla Camera di consiglio alla quale ha preso parte anche l’ex eurodeputato di Articolo 1, in custodia dal 9 dicembre scorso insieme al suo ex assistente, Francesco Giorgi, l’ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, e al segretario generale della ong No peace Without Justice, Niccolò Figà-Talamanca. Dall’Italia è invece arrivato dalla Corte d’appello di Brescia un primo via libera alla consegna al Belgio della moglie e della figlia dell’ex eurodeputato, Maria Dolores Colleoni e Silvia Panzeri, al momento agli arresti domiciliari.
Il legale dell’ex sindacalista, Laurent Kennes, ha spiegato che “per i casi di corruzione” la pena massima “è di quattro anni”, mentre quando si parla di associazione a delinquere i rischi sono “più importanti” e quindi gli indagati “rischiano di più, ma anche la violazione del segreto professionale prevede una pena massima di tre anni”. Per esperienza, “so che è difficile portare a termine questo tipo di inchieste” sulle fughe di notizie, ha evidenziato il legale, rammaricandosi che la giustizia non riesca a fermare i leaks sulla stampa.
L’avvocato di Panzeri ha comunque precisato che “oggi non faremo commenti di alcun genere, tutte le dichiarazioni le faremo alla giustizia”. L’avvocato si è scagliato in particolar modo sulla “fuga di notizie” che a suo dire ha caratterizzato lo scandalo mazzette in Ue: “In venticinque anni ho visto raramente” fughe di notizie “come ne ho viste su questo dossier. Per questo motivo ho deciso di non fare commenti, perché crediamo che inquinino l’inchiesta”, ha spiegato Kennes al Palais de Justice di Bruxelles, aggiungendo di aver appreso gli elementi dell’indagine “attraverso la stampa”.
“Leggendo i quotidiani abbiamo scoperto cose che non sapevamo, è qualcosa di abbastanza straordinario – ha detto ancora il legale – Il pericolo è non solo che venga inquinata l’inchiesta“, ma che i leaks abbiano effetto anche sulle “due persone per cui è stata chiesta la rimozione dell’immunità che non sono state ancora interrogate e che verranno interrogate più tardi”, ha spiegato in riferimento a Cozzolino e Tarabella. “Gli elementi del dossier sui quali verranno interrogati parzialmente sono già comunicati e questo nuoce alla qualità dell’inchiesta e alla sua credibilità”, ha proseguito Kennes.
Zonaeuro
Mazzette in Ue, Panzeri si è pentito e Bruxelles trema: “Firmato un accordo coi pm. Un solo anno di carcere per svelare l’intero sistema”
La Procura ha accolto la novità definendola una "importante evoluzione" nelle indagini, con uno dei "protagonisti importanti" del dossier, accompagnato dai suoi avvocati, che ha firmato un memorandum con il procuratore federale in base ad alcuni articoli del codice di procedura penale belga che riguardano i "pentiti". Questo gli permetterà di avere uno sconto sulla pena
Antonio Panzeri, colui che è considerato il grande macchinatore dello scandalo sulle presunte mazzette pagate da Marocco e Qatar in Ue, diventerà anche il pentito che svelerà il sistema criminale in seno al Parlamento ai procuratori belgi. L’ex eurodeputato di Articolo 1 ha infatti stretto un accordo con la Procura federale belga e ha deciso di collaborare, secondo quanto comunicato dagli stessi investigatori. Racconterà tutta la verità e si impegna a “informare la giustizia e gli inquirenti in particolare sul modus operandi, gli accordi finanziari con Stati terzi, le architetture finanziarie messe in atto, i beneficiari delle strutture messe in atto e i vantaggi proposti, l’implicazione delle persone conosciute e di quelle ancora non conosciute nel dossier, ivi inclusa l’identità delle persone che ammette di aver corrotto”. Il tutto in cambio di un solo anno di reclusione.
La Procura ha accolto la novità definendola una “importante evoluzione” nelle indagini, con uno dei “protagonisti importanti” del dossier, accompagnato dai suoi avvocati, che ha firmato un memorandum con il procuratore federale in base ad alcuni articoli del codice di procedura penale belga che riguardano i “pentiti”. Questo accordo permetterà all’ex sindacalista, che oggi ha visto rinnovarsi la sua detenzione per almeno un altro mese, di ottenere uno sconto di pena che prevederà “il carcere, un’ammenda e la confisca di tutti i vantaggi patrimoniali acquisiti, valutati per ora intorno a 1 milione di euro“. È la seconda volta nella storia della giustizia belga, spiega la Procura, dalla messa in atto della legislazione sui “pentiti”, termine riportato in italiano perché ispirata alla legge italiana che consente le inchieste di mafia, che si arriva alla firma di un memorandum. Nell’interesse dell’inchiesta, “nessun’altra informazione sarà fornita, per ora. La stampa verrà informata di eventuali nuovi sviluppi attraverso un comunicato”.
Nemmeno il tempo di dare l’annuncio che le indiscrezioni sulle dichiarazioni rilasciate da Panzeri ai magistrati, utilizzate dagli inquirenti per richiedere la revoca dell’immunità per gli eurodeputati Andrea Cozzolino e Marc Tarabella, iniziano a circolare. L’ex eurodeputato ha spiegato al giudice Michel Claise e ai suoi uomini che “l’iniziativa portava avanti in Parlamento era un’iniziativa di lobbying e ovviamente cercavamo dei parlamentari che fossero disponibili ad appoggiare certe posizioni in favore del Qatar. In questo quadro alcuni parlamentari hanno appoggiato tali posizioni per semplice convinzione e io e Giorgi, a volte io da solo, qualche volta Giorgi, li abbiamo invitati a una riflessione su queste posizioni”. Panzeri spiega il metodo persuasivo messo in atto dalla sua ‘squadra’: “Li consigliamo, diciamo loro che ‘sarebbe utile’, ma non tutti sono d’accordo. In un caso, vale a dire quello di Marc Tarabella, è stato ricompensato più volte per un importo totale, a memoria, di 120-140mila euro”. Panzeri racconta di aver dato “più volte il denaro in contanti” a Tarabella. “Talvolta ero accompagnato da Giorgi Francesco. Consegnavo il denaro a Tarabella in luoghi diversi. Il denaro si trovava in sacchi di carta. È cominciato due anni fa”.
Anche alcune dichiarazioni di Francesco Giorgi sono state inserite nella richiesta di revoca dell’immunità per i due eurodeputati socialisti: “I deputati corrotti sono Tarabella e indirettamente Cozzolino. Cozzolino era coinvolto con il Marocco, aveva dei contatti con Atmoun (Abderrahim Atmoun, ambasciatore marocchino in Polonia che secondo chi indaga rappresentava il collegamento tra il gruppo al Parlamento Ue e i servizi segreti di Rabat, ndr) grazie a Panzeri. Panzeri era il presidente della commissione Maghreb, poi ha passato il testimone a Cozzolino. Prendeva delle cravatte o degli abiti. Panzeri ne prendeva anche dopo questo passaggio di testimone. Non conosco gli importi esatti ma sono inferiori a quelli del Qatar, si parla di qualche decina di migliaia di euro“. Giorgi prosegue dicendo che “il Marocco era un Paese molto importante per il signor Panzeri. Vi ha ricevuto la Legione d’onore, aveva molti amici in Marocco. C’era un accordo con l’ambasciatore marocchino in servizio in Polonia. Si chiamava Atmoun Abderrahim. Ha un po’ lo stesso ruolo del ministro del Qatar. Le discussioni vertevano sul controllo dei dibattiti in Parlamento, in particolare gli attacchi dell’Algeria e le questioni geopolitiche tese. Il signor Atmoun veniva a Bruxelles, oppure ci spostavamo da lui a Parigi, nel suo appartamento”.
Panzeri rimarrà comunque in carcere per almeno un altro mese, dopo l’udienza davanti alla Camera di consiglio alla quale ha preso parte anche l’ex eurodeputato di Articolo 1, in custodia dal 9 dicembre scorso insieme al suo ex assistente, Francesco Giorgi, l’ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, e al segretario generale della ong No peace Without Justice, Niccolò Figà-Talamanca. Dall’Italia è invece arrivato dalla Corte d’appello di Brescia un primo via libera alla consegna al Belgio della moglie e della figlia dell’ex eurodeputato, Maria Dolores Colleoni e Silvia Panzeri, al momento agli arresti domiciliari.
Il legale dell’ex sindacalista, Laurent Kennes, ha spiegato che “per i casi di corruzione” la pena massima “è di quattro anni”, mentre quando si parla di associazione a delinquere i rischi sono “più importanti” e quindi gli indagati “rischiano di più, ma anche la violazione del segreto professionale prevede una pena massima di tre anni”. Per esperienza, “so che è difficile portare a termine questo tipo di inchieste” sulle fughe di notizie, ha evidenziato il legale, rammaricandosi che la giustizia non riesca a fermare i leaks sulla stampa.
L’avvocato di Panzeri ha comunque precisato che “oggi non faremo commenti di alcun genere, tutte le dichiarazioni le faremo alla giustizia”. L’avvocato si è scagliato in particolar modo sulla “fuga di notizie” che a suo dire ha caratterizzato lo scandalo mazzette in Ue: “In venticinque anni ho visto raramente” fughe di notizie “come ne ho viste su questo dossier. Per questo motivo ho deciso di non fare commenti, perché crediamo che inquinino l’inchiesta”, ha spiegato Kennes al Palais de Justice di Bruxelles, aggiungendo di aver appreso gli elementi dell’indagine “attraverso la stampa”.
“Leggendo i quotidiani abbiamo scoperto cose che non sapevamo, è qualcosa di abbastanza straordinario – ha detto ancora il legale – Il pericolo è non solo che venga inquinata l’inchiesta“, ma che i leaks abbiano effetto anche sulle “due persone per cui è stata chiesta la rimozione dell’immunità che non sono state ancora interrogate e che verranno interrogate più tardi”, ha spiegato in riferimento a Cozzolino e Tarabella. “Gli elementi del dossier sui quali verranno interrogati parzialmente sono già comunicati e questo nuoce alla qualità dell’inchiesta e alla sua credibilità”, ha proseguito Kennes.
MANI PULITE 25 ANNI DOPO
di Gianni Barbacetto ,Marco Travaglio ,Peter Gomez 12€ AcquistaArticolo Precedente
Riforma del Mes, l’Eurogruppo: “Rispettiamo il lavoro del Parlamento italiano”. Borghi (Lega): “Non voterò mai la ratifica”
Articolo Successivo
Qatargate, il Parlamento Ue elegge il socialista Angel come vicepresidente al posto di Eva Kaili
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Politica
Commissione inchiesta Covid, la fuga in avanti di FdI sulle mascherine irrita Forza Italia: “Non è uno strumento a uso di un gruppo”
Mondo
Trump scarica Zelensky: “Protesta? Ha avuto tre anni per fare la pace”. La replica: “Vive di disinformazione russa”. E Mosca: “Aspettiamo le sue proposte di pace”
Cronaca
Terzo giorno di attacchi hacker russi a siti italiani: giù Mediobanca, Nexi e Fiocchi munizioni
Mosca, 19 feb. (Adnkronos) - "E' necessario ripulire l'eredità dell'amministrazione Biden, che ha fatto di tutto per distruggere anche i primi accenni alle fondamenta stesse di una partnership a lungo termine tra i nostri Paesi". Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov parlando alla Duma all'indomani dei colloqui di Riad, commentando la possibilità di una cooperazione strategica tra Russia e Stati Uniti e aggiungendo che potrebbero essere create le condizioni per colloqui sulla sicurezza e sulla stabilità strategica tra i Paesi.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Il partito di Giorgia Meloni é nei guai fino al collo e la maggioranza spaccata platealmente come dimostra la dissociazione di Forza Italia dalla conferenza stampa dei suoi alleati. Dagli assetti europei alla guerra in Ucraina allo spionaggio con Paragon, dalle parti di Fratelli d’Italia non sanno dove girarsi e allora attaccano l’ex presidente Conte. Era evidente fin dall’inizio l’intento da parte della destra di usare a fini politici la commissione parlamentare sul Covid, ora il re è nudo”. Così Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Stamane alcuni ragazzi sulle scale di Montecitorio hanno gettato dei sacchetti con del cibo che la Gdo cestina ogni giorno per richiamare la nostra attenzione sul Giusto Prezzo e sul fatto che il cibo di qualità sia un privilegio per pochi, al contrario di quello che il Ministro dell’agricoltura Lollobrigida sostiene". Così il capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera
"Mentre solo pochi giorni fa dichiaravano sullo spreco alimentare e sull’importanza di evitarlo, oggi che fanno i Presidenti di Camera e Senato? Fontana li accusa di atti vandalici e La Russa lo ha definito un atto vile. Ma ci rendiamo conto? Questi sarebbero atti vili e vandalici? E cosa facciamo noi per alleviare le sofferenze di quei produttori che nonostante l’inflazione e il caro prezzi non ricevono soldi in più? Cosa facciamo per quei consumatori costretti a rinunciare a proteine e carboidrati, al cibo sano e sostenibile perché troppo costoso? E soprattutto cosa diciamo a dei ragazzi che ci richiamano con parole pulite e striscioni corretti a dare delle risposte concrete senza offendere nessuno?".
"La maggioranza e il governo, il ministro Lollobrigida che oggi attendiamo in Aula dovrebbero rispondere su questo non offendere dei giovani innocenti che si preoccupano giustamente del nostro e loro futuro!”.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Picierno è una signora che ogni mattina si sveglia pensando a una sciocchezza da dire sul Movimento 5 Stelle. Picierno è un'infiltrata dei fascisti nella sinistra. Chiede più guerra, più armi, più povertà, più morti: non ha nulla a che vedere con la sinistra. E' un'infiltrata dei fascisti. Cosa ha in comune con la sinistra chi chiede più armi e più povertà? Picierno lo chiede in ogni situazione". Lo ha detto l'eurodeputato M5S, Gaetano Pedullà, a L'Aria che Tira su La7.
Palermo, 19 feb. (Adnkronos) - E' stato solo momentaneo lo stop della colata lavica di ieri pomeriggio sull'Etna. Come conferma all'Adnkronos Giuseppe Salerno, dell'Osservatorio etneo dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, "la colata lavica è attiva" e prosegue, "e attualmente c'è una eruzione in corso". La colata lavica continua così ad avanzare lentamente lungo il fianco occidentale dell'Etna in direzione Sud-Ovest, attestandosi intorno a 1.800 metri di quota.
Intanto, sui paesini intorno al vulcano continua a 'piovere' cenere lavica. È l'effetto dell'eruzione sommitale in corso sul vulcano attivo più alto d'Europa con una bocca effusiva che si è aperta, l'8 febbraio scorso, a quota 3.050 metri, alla base del cratere Bocca Nuova.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Non so se è chiara la gravità di quello che sta accadendo, ma temo proprio di no. Provo a mettere brevemente in fila i fatti per spiegarlo". Lo scrive Matteo Orfini del Pd sui social.
"Come noto, un software spia (Graphite, prodotto dalla azienda Paragon) è stato utilizzato per spiare attivisti politici e giornalisti come il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato. Quando è emersa la notizia il governo ha negato ogni responsabilità. Ul Guardian ha scritto che a causa dell'uso improprio l'azienda Paragon aveva sospeso il contratto col nostro paese. Il ministro Ciriani ha detto in parlamento che non era vero, e che il software era ancora pienamente operativo. Due giorni dopo le dichiarazioni di Ciriani una nota del governo comunicava la sospensione dell'uso del software stabilita d'intesa con la società che lo produce per consentire approfondimenti sulle violazioni. In realtà a quanto pare la sospensione è stata voluta dalla società produttrice a fronte di un uso improprio del software (quindi Ciriani aveva mentito al Parlamento)".
"Ma chi è in possesso del software? I servizi segreti e le varie polizie giudiziarie che operano per conto delle procure. I servizi hanno smentito risolutamente di aver utilizzato illegalmente il software per spiare giornalisti. Le procure possono utilizzarlo solo per reati gravissimi e onestamente pare assai poco realistico che il direttore di Fanpage sia sotto indagine per terrorismo internazionale. Resta dunque una sola ipotesi, ovvero che sia stato utilizzato illegalmente e autonomamente da un corpo di polizia giudiziaria. Ma quale? Praticamente tutti i corpi di polizia hanno smentito di aver utilizzato lo spyware per intercettare giornalisti e attivisti. A parte uno: la polizia penitenziaria".
"Le opposizioni hanno chiesto chiarimenti al governo che non ha risposto. Oggi alla Camera era previsto il question time, ovvero la sessione in cui i gruppi parlamentari interrogano il governo e i ministri hanno l'obbligo di rispondere. Pd e Iv avevano previsto di chiedere se la polizia penitenziaria avesse accesso o meno allo spyware in questione. Il quesito era stato ritenuto ammissibile dalla presidenza della Camera. Ieri il governo ha fatto sapere che non intende rispondere perché le informazioni sono "classificate", ovvero non divulgabili".
"E' falso -prosegue Orfini-, perché non c'è nulla di classificato nel rispondere si o no a una domanda semplice e trasparente come quella che abbiamo fatto. Sapere se la penitenziaria ha in dotazione il software è una domanda lecita a cui basta rispondere si o no. La polizia penitenziaria dipende dal ministero di giustizia di Nordio. E la delega specifica la ha Delmastro. Voi capite che visti i precedenti dei due la vicenda diventa ancora più inquietante. Un software in dotazione al governo è stato utilizzato illegalmente per spiare giornalisti e attivisti".
"Il governo invece di fare chiarezza e difendere chi è stato spiato illegalmente, sta utilizzando tutti gli strumenti possibili per insabbiare questa vicenda gravissima. E per evitare di rispondere. Il che, in tutta onestà, non fa che aumentare i dubbi e i sospetti. Ah, ovviamente la Meloni è sparita anche in questo caso".
Seul, 19 feb. (Adnkronos/Dpa/Europa Press) - Le autorità di Seul si sono dette disponibili ad accogliere i soldati nordcoreani che sono stati catturati sul territorio ucraino mentre combattevano assieme alle truppe russe e che intendono disertare. Lo ha annunciato il ministero degli Esteri della Corea del Sud in un comunicato in cui precisa che "i soldati nordcoreani sono cittadini sudcoreani secondo la Costituzione. Rispettare la volontà di questi individui è conforme al diritto internazionale".
Secondo le ultime informazioni, numerosi soldati nordcoreani sono rimasti feriti durante il conflitto, dopo essere stati schierati a sostegno della Russia nel quadro dell’accordo di difesa strategica raggiunto l’anno scorso tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong Un. Le autorità ucraine hanno annunciato la cattura di due soldati nordcoreani che combattevano a fianco delle truppe russe nella provincia russa di Kursk, dove Kiev ha lanciato un'operazione militare l'estate scorsa. Il governo di Kiev ha proposto di restituirli alla Corea del Nord nel caso Pyongyang fosse disposta a facilitare uno scambio con i soldati ucraini attualmente detenuti in Russia.
Da parte sua, il presidente dell'Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha stimato che circa 4.000 soldati nordcoreani siano stati uccisi o feriti a Kursk, anche se il numero non è stato verificato. L'annuncio del governo sudcoreano arriva dopo che un soldato ha dichiarato in un'intervista al quotidiano 'Chosun Ilbo' l'intenzione di chiedere asilo alla Corea del Sud. Il ministero sostiene adesso che "non dovrebbero essere rimandati in un luogo dove potrebbero essere perseguitati".