Nell’ultimo periodo il prezzo del carburante è tornato ad aumentare, dopo lo sconto sulle accise deciso dal governo Draghi nel corso del 2022 e terminato con l’inizio del nuovo anno, poiché non confermato dalla nuova Legge di Bilancio 2023.

Un rincaro che sta incidendo sempre più sulle abitudini quotidiane degli italiani, come confermato anche dal recente sondaggio del Centro Studi di AutoScout24. Secondo lo studio, il 42% degli automobilisti dichiara già di risentirne e, in prospettiva, con un ulteriore aumento, il campione potrebbe salire al 69%.

Del resto, l’auto è necessaria. A utilizzarla per più di 5 giorni a settimana è il 73% degli intervistati, e il 69% dichiara di percorrere oltre 10 mila chilometri all’anno: però il 27% oggi la usa solo se indispensabile. Quanto alla spesa mensile, il 15% sostiene di devolvere al rifornimento di carburante più di 300 euro, mentre quasi il 60% dice di spendere fino a 300 euro e comunque non meno di 100 al mese.

Questo comporta per molti l’adozione quotidiana di strategie d’uso virtuose, a partire dalla scelta della stazione di rifornimento con il prezzo più concorrenziale (il 16% usa il web e le app per scovarle) e il self-service piuttosto che il servito: se fino allo scorso luglio era il 27% degli automobilisti a fare attenzione a quale distributore rifornirsi, oggi questa è una pratica adottata dal 61%; così come per il self-service, una modalità prima scelta dal 29%, oggi dal 58% degli intervistati. Tra le altre buone pratiche, poi, c’è un “aggiustamento” del proprio stile di guida per ridurre i consumi (37%).

Intanto, ad oggi, l’Italia risulta essere uno dei paesi UE con il prezzo dei carburanti più alto e il paese con il peso fiscale maggiore sul prezzo alla pompa, stando a quanto riportato da un’analisi di Facile.it, che ha preso in esame i dati della Commissione Europea della prima settimana del 2023 su 12 paesi. In Italia le accise e le altre imposte rappresentano il 58,2% del prezzo finale della benzina e il 51,1% del prezzo finale del diesel.

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