Con un’inchiesta sugli abusi subiti dalle suore nell’ambiente ecclesiastico, pubblicata sul nostro mensile FQ MilllenniuM, la collega Federica Tourn ha vinto la seconda edizione del premio Mimmo Càndito “per un giornalismo a testa alta”, intitolato allo storico inviato della Stampa scomparso nel 2018.
L’inchiesta pubblicata sul mensile diretto da Peter Gomez, (n. 42 del febbraio 2021, qui un estratto) racconta con documenti e testimonianze diversi casi di abusi, sessuali e non solo, subiti dalle suore, spesso a opera di sacerdoti e prelati. Casi poi regolarmente coperti dalle gerarchie ecclesiastiche. Il lavoro di Federica Tourn “ha il pregio di trattare un argomento raramente riportato sulle prime pagine dei media, soprattutto in Italia, e il vantaggio della completezza delle testimonianze”, recitano le motivazioni del premio. “Un’indagine vecchio stile, che si basa sulla forza del racconto, un meticoloso uso delle fonti e la capacità di scrittura e che, in questo caso, non può, per ovvie ragioni, essere sostenuta da immagini e testimonianze video”.
La giuria composta dal presidente Paolo Griseri (La Stampa), Marina Forti (Internazionale), Simona Carnino (vincitrice della prima edizione) e Vincenzo Vita (Il Manifesto) sottolinea come questo tipo di giornalismo d’inchiesta sia “disposto a raccontare verità scomode. Anche quelle di fede”.
Altri riconoscimenti sono andati a Letizia Tortello, per il progetto d’inchiesta “Marocco, donne fuori dal Medioevo”, a Valerio Cataldi per il suo lavoro su Mario Paciolla, attivista italiano ucciso in Colombia, e a Daniele Bellocchio per un reportage sul Nagorno Karabakh.