Tutti noi europei eravamo convinti che quei timori di guerra, che ancora esistevano fino alla caduta del muro di Berlino, fossero definitivamente superati. Prima con l’unificazione di Berlino, poi di tutta la Germania, infine con gli accordi commerciali e monetari per l’unificazione di tutta l’Europa. Con i cambiamenti ai vertici dell’Unione Europea, avvenuti a seguito delle ultime elezioni europee tre anni fa, ci si avvicinava veramente a quell’obbiettivo di unificare l’intera Europa in modo democratico. Molti egoismi, tra gli Stati già aderenti agli accordi europei, impedivano ancora di raggiungere rapidamente l’obbiettivo e gli unici pesanti ritardi. Fino a un anno fa erano solo quelli delle chiusure forzate dovute al Covid-19, non a motivo di irriducibili disaccordi.

Invece no. Ci ha pensato il dittatore erede di Ivan il Terribile a riportarci tutti indietro di un secolo in una sola notte.

No, non si può (e non si deve) fare nessun negoziato con lui. Non possiamo consentire a un demone come Vladimir Putin di riportare i mezzi della guerra come forza per risolvere disaccordi territoriali o egemonici. Non possiamo consentire a un erede dei barbari, già vincitori sull’impero Romano tra il quarto e il quinto secolo dopo Cristo, di tornare a comandare avvicinandosi di nuovo all’Europa occidentale e tornando non solo a usare le armi per uccidere i soldati difensori dei popoli aggrediti, ma annullando ogni differenza tra soldati e cittadini, che sono normalmente disarmati o dotati solo di armi leggere.

Venerdì, mentre nessun grande giornale portava notizie fresche della guerra, i tg televisivi non ci risparmiavano invece di mostrarci il disastro di Soledar rasa al suolo con migliaia dei suoi cittadini. E’ da quasi un anno che Putin, come se niente fosse, porta avanti questa barbarie usando volutamente le armi di maggiore impatto distruttivo direttamente e preferibilmente contro i civili per fare le stragi che gli consentono di dimostrare la sua forza e la sua indifferenza verso il male immenso che produce.

Si sente grande invece è solo ignobile per quello che fa e di cui lui è il principale responsabile. Putin ordina ogni giorno di lanciare missili, anche “Ultrasonici”, quindi armi pesanti in quantità enorme, contro inermi cittadini che difendono praticamente a mani nude le loro case. Ogni giorno le televisioni ci mostrano, evitandoci solo di mostrarci i corpi a brandelli di chi non ha potuto trovare un riparo, le grandiosi imprese dell’esercito russo che obbedisce ai suoi ordini: case sventrate, macerie ovunque e morti abbandonati per strada.

Ai tempi di Napoleone, ma anche in quelli di Hitler e Mussolini (massacro degli ebrei a parte), c’erano delle regole: le guerre erano combattute dai soldati. I civili venivano risparmiati perché erano loro la ricchezza che conquistavano i vincitori attraverso i tributi che dovevano versare. Non erano Olimpiadi sportive le guerre del passato, ma in sostanza erano meno crudeli di questa che la mente marcia del dittatore russo ha perfezionato ricattando il mondo intero con lo spauracchio delle atomiche che potrebbe lanciare, ma non farà perché non potrebbe mai, lui per primo, vedere l’alba del giorno dopo.

Putin ha cambiato di fatto anche le regole della guerra. Non più conquiste territoriali per conquistare città e paesi e gente da sottomettere ai tributi dei vincitori, ma distruzioni totale di case e persone per desertificare le aree conquistate e portarci il suo popolo (barbaro come lui se non gli si rivolta lo stomaco al solo vedere la sua faccia). Per trattare e negoziare con uno così bisogna essere come lui. Grazie al cielo, nelle democrazie gli ultimi animali, feroci di quel livello si sono auto-estinti nel secolo scorso.

Lui non può più negoziare niente. Deve fermarsi e smetterla di ammazzare e basta. L’Ucraina invece, oltre a difendersi come può, deve inviare quotidianamente la “lista della spesa”, ovvero dei rimborsi che la Russia dovrà pagare per i crimini commessi L’Onu deve riunirsi ed espellere a maggioranza semplice la Russia dal contesto dei paesi civili. Mi dispiace per i russi, ma se non riescono a liberarsi da quel criminale dovranno pagare anche loro quello che hanno pagato Germania, Italia e Giappone per le loro “bravate” nella Seconda Guerra Mondiale.

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