Su certi argomenti l’Italia è davvero un Paese unito. Uno su tutti il vecchio, caro e sempre attuale conflitto di interesse in particolare nelle sue declinazioni di controllore e controllato.

Anni di conflitto di interesse in ambito pubblico o tra pubblico e privato hanno dimostrato come, ad esempio, dovrebbe sussistere un non rapporto-legame tra le due funzioni, o, ancora, l’importanza di chi è incaricato di nominare-eleggere il controllore; un ruolo di assoluta importanza affinché venga garantito che chi controlla possa operare in assoluta libertà. Insomma: “Chi controlla il controllore?”.

In una recente vicenda avvenuta nel profondo nord d’Italia troviamo una, addirittura forse, due risposte.

A Bolzano – provincia autonoma (meglio specificare vista l’attualità di una delle cosiddette emergenze del partito di governo leghista che pare aver riscoperto il fuoco sacro dell’autonomia. Dichiarazioni di Salvini: “Autonomia entro il 2023) – il Consiglio provinciale, come stabilisce un’apposita legge, è chiamato ad eleggere due giudici della sezione di controllo della Corte dei Conti, l’organo di giustizia contabile incaricato di giudicare la gestione finanziaria delle istituzioni. Tanto per intenderci quegli stessi che avevano ficcato il naso e poi emesso sentenza sulle spese dell’allora presidente Spv Luis Durnwaldner: tanto per intenderci il suo stipendio era più alto dell’allora presidente Obama. Un milione e trecentomila euro finiti in viaggi, regali, feste, medicine etc… bene, riassumendo la Corte dei Conti, anche a Bolzano come a Roma, viene considerata un po’ lo spauracchio dei politici che siedono nelle istituzioni.

I candidati per i due posti erano 15 e tra questi la maggioranza dei consiglieri (per lo più appunto Svp Südtiroler Volkspartei, tradotto: Partito Popolare Sudtirolese) chi ha scelto? Maria Teresa Wiedenhofer e Stefano Natale che sono, rispettivamente, un’ex consigliera comunale della Svp e il già direttore dell’Ufficio spese della Provincia di Bolzano tra le persone allora coinvolte – anche se poi non condannato – nella vicenda del Presidente. Ora: non si obietta sulle persone citate quanto piuttosto sul fatto che una legge permetta che i controllori vengano eletti da coloro che devono essere controllati.

Umanamente: questi due neo eletti come potranno operare nel pieno delle loro facoltà, in totale libertà rispetto all’operato delle persone grazie alle quali sono entrati nell’organismo di controllo? Qui non si tratta di politica ma di logica. Se a un controllore viene chiesto di essere sollecito, inflessibile rispetto alla corretta gestione dei soldi pubblici è mai possibile che la sua elezione venga grazie agli stessi politici che maneggiano quei soldi pubblici e che dovranno quindi essere controllati?

Non è un contorcimento lessicale.

La denuncia di tutto ciò passa attraverso una lettera aperta scritta dal consigliere pentastellato di Bolzano Diego Nicolini e pubblicata sul sito “Salto.bz”. Nicolini chiede che questa legge venga rivista anche per rendere la giusta autorevolezza all’ organo di controllo.
“Quanti saranno gli impavidi che avranno il coraggio criticare queste nomine, con il timore che i critici vengano controllati magari con ben più rigore rispetto a chi ha espresso il voto che ha permesso ai due di sedere sugli scranni dell’importante e autorevole organo di controllo?” chiede il consigliere Nicolini.

Concludendo: tutto cambia per non cambiare anche a Bolzano provincia autonoma che, evidentemente, non è quel paradiso di trasparenza rispetto a Roma.
Autonomia provinciale e centralismo nazionale: uno pari e palla al centro.

e.reguitti@ilfattoquotidiano.it

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