“Avevo vent’anni quando ho saputo della presunta frase che papà avrebbe detto a mamma il giorno della mia nascita: ‘Splendido! Adesso mi hai dato un erede e una riserva: il mio lavoro è finito’. Probabilmente era una battuta. Ma d’altro canto si dice che pochi minuti dopo essersi esibito in questo siparietto di comicità, mio padre abbia incontrato la sua amichetta. Conclusione: spesso scherzando si dice il vero”.

E’ contenuta già nelle prime pagine di Spare la chiave della sofferenza, del dolore e della ribellione che hanno sempre caratterizzato l’esistenza del principe Harry, che nella attesissima autobiografia racconta la sua verità mettendo a nudo se stesso e alcuni membri della famiglia reale britannica, fra cui suo padre, Re Carlo, e suo fratello William, erede al trono. La sensazione di essere sempre stato una riserva, una ruota di scorta o un pezzo di ricambio venuto al mondo nel caso fosse accaduto qualcosa al fratello maggiore è un sentimento che Harry prova sin dall’infanzia, pur avendone piena conferma durante l’adolescenza e la giovinezza. Come il sospetto che suo padre abbia sempre tradito sua madre con quella che nel libro viene definita “l’Altra Donna”, Camilla, l’attuale regina consorte che Harry e William avevano pregato Carlo di non sposare, perché avrebbe potuto tranquillamente continuare a frequentarla senza ufficializzare un legame vissuto come mancanza di rispetto nei confronti della defunta e compianta Lady Diana. Sappiamo invece come è andata a finire.

Harry trascorre gran parte della sua vita a immaginare che sua madre non sia realmente morta in quel maledetto incidente d’auto sotto il ponte dell’Alma a Parigi, e la mancata elaborazione del lutto porta la sua mente a torturarsi di continuo e a fantasticare sui nascondigli che la Principessa del popolo avrebbe potuto scegliere per sottrarsi a una vita che la rendeva terribilmente infelice. D’altronde non deve essere stato facile per un dodicenne fare i conti con la realtà quella mattina del 31 agosto del 1997, quando suo padre seduto sul bordo del letto gli disse: ”Hanno fatto di tutto, ragazzo mio. Mi dispiace ma non ce l’ha fatta”, alludendo allo schianto mortale in cui era rimasta coinvolta la madre – senza neppure abbracciarlo, stringerlo, provare a consolarlo.

Risulta davvero difficile pensare che in questo racconto di oltre 500 pagine Harry cerchi delle scusanti per dipingersi come una vittima e autoassolversi, perché a essere anaffettivo non era solo suo padre, ma anche un fratello che pur frequentando lo stesso prestigioso college non voleva avere alcun contatto con lui e lo aveva pregato di far finta che non si conoscessero.

Harry si assume tutta la responsabilità di scelte sbagliate, colpi di testa, comportamenti ribelli come l’uso di cannabis e cocaina, ma confessa di essere stato “disposto a provare tutto ciò che poteva cambiare l’ordine prestabilito” di un’esistenza che stava diventando sempre più insostenibile tra attacchi di panico e male di vivere, lo stesso che attanagliava sua madre, la sua “Stella del Mattino” che parecchi anni più tardi, dopo l’incontro con Meghan e la fuga negli Usa, attraverso una medium gli avrebbe fatto sapere: “Stai vivendo la vita che io non ho potuto vivere e che volevo per te”.

Meghan Markle, quella che i tabloid e alcuni membri della famiglia reale definivano “l’attrice”, “quella di origini afroamericane”, “l’arrivista abile manipolatrice”, “la scelta sbagliata”, quella “maleducata e irritante” secondo la definizione di William – che scatenò l’ormai famoso litigio nel quale il fratello maggiore colpì il minore e lo fece cadere a terra sulla ciotola del cane che gli provocò delle ferite alla schiena – è la donna che Harry ha scelto per essere felice e con la quale ha deciso di abbandonare la Corona e la Gran Bretagna, “per fare in modo che la storia non dovesse ripetersi”.

Qualsiasi sia l’idea che ognuno di noi può essersi fatto dopo aver letto la versione di Harry, bisogna ammettere che il secondogenito di Carlo e Diana ha dimostrato grande coraggio e personalità nel dare alle stampe un libro che gli ha fruttato sicuramente un anticipo molto allettante, ma che non ha deluso le aspettative in fatto di rivelazioni scottanti e confessioni intime. A mio avviso, i detrattori della coppia Harry e Meghan dovranno rassegnarsi al fatto che una larga parte dell’opinione pubblica si convincerà che la monarchia britannica sta attraversando un profondo momento di crisi provocato non solo dal vuoto lasciato dalla scomparsa di una figura carismatica come quella di Elisabetta II, ma anche a causa della pubblicazione di questa biografia.

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Spare – Il minore, la recensione. Inutile fare i saputelli o gli offesi: l’autobiografia del principe Harry è un libro di tutto rispetto

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