Oltre all’aspetto economico il ministero valuterà anche quello industriale: è ritenuto essenziale che si preveda lo sviluppo di un network internazionale, soprattutto sul lungo raggio, e si mantengano i livelli occupazionali. Peraltro decimati nella fase di passaggio da Alitalia a Ita
Come da attese, la compagnia tedesca Lufthansa ha presentato mercoledì al Tesoro la sua proposta in vista dell’ingresso del capitale di Ita. L’obiettivo, si legge nel comunicato, è “concordare l’acquisizione iniziale di una quota di minoranza nonché opzioni per l’acquisto delle restanti azioni in un secondo momento”. La quota iniziale non è stata resa pubblica, ma le indiscrezioni della vigilia parlavano di un 40%, per il quale verrebbero offerti 300 milioni di euro. Se entrambe le parti firmeranno il memorandum of understanding, “ulteriori negoziati e discussioni sarebbero condotti su base esclusiva. Questi colloqui si concentreranno principalmente sulla forma di un possibile investimento azionario, sull’integrazione commerciale e operativa di ITA nel gruppo Lufthansa, nonché sulle conseguenti sinergie”. Nel frattempo Air France-KLM ha intanto informato il governo che non parteciperà alla procedura di offerta, riferisce Bloomberg.
Lufthansa nella sua nota definisce l’Italia “il mercato più importante al di fuori dei suoi mercati interni e degli Stati Uniti. L’importanza dell’Italia sia per i viaggi d’affari che privati risiede nella sua forte economia orientata all’esportazione e nello status di uno dei migliori luoghi di vacanza d’Europa”. Resta da valutare se questo si riflette nelle varie componenti della sua offerta. Oltre all’aspetto economico il ministero dell’Economia terrà infatti conto anche di quello industriale. Il Dpcm del 21 dicembre prevede che il socio dovrà garantire alcuni elementi ritenuti essenziali come lo sviluppo di un network internazionale, soprattutto sul lungo raggio – perché si ritiene che l’Italia debba essere destinazione “diretta” e non raggiunta attraverso scali intermedi. Dovranno inoltre essere mantenuti i livelli occupazionali – peraltro decimati nella fase di passaggio da Alitalia a Ita – e tutelati gli hub nazionali come Fiumicino, Malpensa, Linate. Ita non dovrà essere “un junior partner” ma un socio alla pari per assicurare un pieno sviluppo.
Dal canto suo, anche Lufthansa avrebbe chiesto al governo alcune condizioni: “l’opzione di ritirarsi da un’acquisizione completa nel caso in cui la nuova società non dovesse dare i risultati sperati” e “deroghe legali per proteggersi da eventuali imprevisti derivanti dall’integrazione di Ita”. Su questo punto si è fatto riferimento alle conseguenze che potrebbero scaturire dalle oltre mille cause di lavoro intentate dagli ex dipendenti di Alitalia, attualmente in cassa integrazione. Diversi ex lavoratori e lavoratrici della vecchia compagnia di bandiera chiedono, infatti, di essere assunti da Ita sostenendo che la newco operi in continuità con la ex Alitalia e quindi non è una compagnia nuova. Fonti vicine al dossier negano ricordando che la discontinuità “è stata imposta” dalla Commissione Ue ed Ita è “stata costretta” a rilevare un solo asset, quello dell’aviation, ma non i rami handling e manutenzione, non il programma millemiglia o biglietti prepagati Alitalia.
Sotto il cappello Lufthansa ci sono già le compagnie aeree Swiss, Austrian Airlines, Brussels Airlines, Air Dolomiti e Eurowings. Con i suoi oltre 107mila dipendenti e circa 360 aerei in flotta Lufthansa, il gruppo tedesco nel 2021 ha registrato un fatturato di oltre 16,8 miliardi di euro e che nei primi 9 mesi del 2022 ha già registrato ricavi pari a 23,9 miliardi e un utile netto pari a 484 milioni, in forte miglioramento rispetto alla perdita di 1,8 miliardi dello stesso periodo del 2021. Dopo la pandemia Lufthansa ha rimborsato gli aiuti di Stato della Germania.